Dal medico di famiglia 24 ore su 24, 7 giorni su 7: il progetto Balduzzi

Renato Balduzzi (LaPresse)

ROMA – Un forte mal di pancia alle tre del mattino? Presto potrebbe non essere più obbligatoria la corsa al pronto soccorso ma si potrà scegliere di rivolgersi direttamente al proprio medico curante. Il ministro della Sanità Renato Balduzzi sta infatti mettendo a punto gli ultimi dettagli del suo “decretone” che nelle intenzioni serve a risparmiare ma che nei fatti promette una profonda riforma della professione medica.

Innanzitutto il decreto Balduzzi prevede per i medici l’obbligo di aggregarsi per garantire apertura e copertura 24 ore su 24, 7 giorni su 7.  Stop, quindi, agli studi medici con aperture minimali: il tutto con l’obiettivo di limitare corse inutili al Pronto Soccorso. Non solo, il ministro punta anche a riformulare i compensi del medico generico: non solo un tot fisso a paziente ma una percentuale differenziata in base alla complessità del singolo caso. Anche in questo caso l’obiettivo è il risparmio: si tratta di limitare il ricorso alla visita specialistica solo per i casi di effettiva necessità.  In questa ottica c’è anche l’intervento sull’attività dei medici convenzionati che punta a

Per i pazienti, poi, arriverà un’ulteriore facilitazione nel cambiare il medico curante: la scelta del dottore di fiducia, insomma, resta assolutamente garantita. Modifiche “positive”, poi, anche per i camici bianchi. Diventa più difficile fare causa ai medici visto che sarà possibile solo per i casi di colpa grave o dolo.

L’altra stretta di Balduzzi riguarda le visite private dei medici che lavorano nelle Asl. Da un lato le Regioni potranno continuare ad autorizzare l’attività negli studi privati. Saranno però le condizioni a cambiare: gli studi dovranno lavorare “in rete” con le Asl. Tutto per controllare eventuali abusi e limitare il fenomeno dei medici che “consigliano” la visita privata. Poi saranno definite tariffe minime e massime per ogni singola prestazione. Infine addio al contante: solo moneta elettronica e assegni da intestare alla Asl anziché al medico. L’intenzione è quella di bloccare il fenomeno dei camici bianchi che preferiscono i soldi in nero.

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Emiliano Condò