ROMA – ”Sulla possibilità di sequestrare CO2 a Carbosulcis ci sono molte perplessità da un punto di vista della fattibilità”: la ho detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini alla festa del Pd a Reggio Emilia parlando della miniera in Sardegna.
”Io credo – aggiunge Clini – che il lavoro sempre vada difeso e protetto avendo però in mente una prospettiva. Credo che debba esser fatta un’analisi serena su quali siano le opportunità di sviluppo vere”,osserva Clini, che si chiede se ”fare una centrale a carbone” o ”pompare CO2 in quella miniera” sia ”la soluzione più opportuna”. Si tratta di ”una riflessione che va fatta apertamente considerando elementi economici e ambientali”.
“Nel 1995 – ha raccontato Clini – feci un’analisi sul Sulcis e già allora sapevamo che il carbone estratto lì era difficilmente utilizzabile per l’alto tasso di zolfo. Inoltre l’alluminio prodotto aveva un costo molto elevato. Già allora parlai delle necessità di riconvertire il Sulcis, fui sequestrato dai lavoratori e mi liberò il senatore Cabras. Ora dopo 17 anni si ripropone lo stesso tema. Bisogna fare un’analisi serena e aperta sul futuro del Sulcis. Io sono per difendere e proteggere il lavoro, ma mentre all’Ilva di Taranto una volta riqualificato l’impianto, può avere un ruolo, non si può dire lo stesso per l’alluminio e il carbone del Sulcis”.
Il ministro dell’Ambiente è intervenuto anche sul tema trivellazioni al largo delle Isole Tremiti. Il ”confronto tra estrazione di idrocarburi e rinnovabili vi posso dire subito che non ha senso”, ha detto Clini. “Dobbiamo guardare all’Europa e al mondo, la sfida energetica è sulle tecnologie pulite”.
”Io credo che il tema dell’eventuale estrazione di idrocarburi vada collocato in questo contesto”, aggiunge Clini che osserva: ”Se la dimensione è quella che sospettiamo probabilmente il costo che sosteniamo per estrarre olio è superiore al vantaggio che ne ricaviamo solo dal punto di vista energetico senza considerare le problematiche ambientali”. Insomma, Clini dice ”chiediamoci se serve al futuro energetico dell’Italia”.
Il ministro ha riferito che “il presidente del consiglio regionale della Puglia, nel giugno scorso, mi aveva chiesto la disponibilità a partecipare ad una conferenza mediterranea per discutere della valorizzazione del mare Adriatico e io ho risposto che sono d’accordo, perché gli interventi energetici devono essere programmati considerando i vantaggi e gli svantaggi. Io credo che prima di tutto bisogna sapere se ci sono risorse e quante sono; poi bisogna sapere quanto costa estrarre questi idrocarburi e che vantaggio c’è. Bisogna fare queste valutazioni e credo che, anche chi si oppone per delle considerazioni di carattere ambientale, dovrebbe farne anche di natura economica”.