Tagli a Regioni e Enti locali. Bicamerale boccia dl su costi della politica

La Commissione Bicamerale per gli Affari Regionali ha bocciato il dl sui tagli alle Regioni e agli Enti Locali

ROMA – Niente tagli alle Regioni e agli Enti locali. La Commissione Bicamerale per gli Affari Regionali ha bocciato il decreto sui tagli ai costi della politica di Regioni e Enti locali. Un parere contrario secco, dato alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera che esaminano nel merito il testo del decreto. Torna il via libera alle spese pazze: inviso alla commissione è l’articolo del decreto che affida alla Corte dei Conti il controllo preventivo su tutti gli atti normativi e di programma.

Il decreto era passato in Consiglio dei ministri, lo scorso 4 ottobre. Il premier Mario Monti aveva parlato di un’accelerazione dovuta agli scandali, in particolare quello che ha travolto la Regione Lazio e la Giunta Polverini. “Il decreto sulla trasparenza sui costi degli apparati politici – diceva – è una misura richiesta dagli stessi presidenti delle Regioni e dai cittadini, che dopo i fatti inqualificabili che sono successi, sono indignati che a loro si richiedano sacrifici anche pesanti mentre il mondo della politica sembra esserne esentato”.

Tra le altre cose, il decreto introdurrebbe tagli e tetti ai compensi di consiglieri e assessori, lo stop ai vitalizi facili, la riduzione delle poltrone, controlli sulle attività degli enti da parte della Corte dei conti, anche con l’utilizzo della Guardia di Finanza, il pareggio di bilancio, la non ricandidabilità di amministratori ritenuti responsabili del dissesto finanziario dell’ente, controlli sulle attività partecipate. Nel decreto è fissata anche la data limite per modificare le aliquote Imu: 31 ottobre.

E’ rarissimo che le commissioni che devono dare un parere alla commissione di merito, si esprimano del tutto negativamente. In genere si dà un parere positivo con alcune “condizioni”, nelle quali sono indicate le parti da cambiare.

La Bicamerale per gli Affari Regionali nella sua bocciatura mette sul banco degli imputati l’articolo del decreto che prevede che la Corte dei Conti debba operare un controllo di legittimità preventivo su tutti gli atti normativi e di programma di Regioni (tra cui la spesa sanitaria) e di Enti locali. Su questo la commissione rileva ”la carenza di incisive modalità di interazione ed interlocuzione con le autonomie territoriali in relazione all’esigenza di una graduale modulazione degli interventi in materia di rafforzamento della partecipazione della Corte dei Conti al controllo sulla gestione finanziaria”.

Ben venga invece l’articolo che taglia i costi della politica, ovvero tagli dei vitalizi, dei fondi per i gruppi consilari, ecc. Anche se la commissione ”ravvisa l’opportunità di un rafforzamento della leale collaborazione tra Stato e autonomie territoriali in merito al contenimento delle spese”.

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Daniela Lauria