ROMA, 7 MAR – Piu' che un terremoto sembra uno tsunami. Il caso Boni investe la Lega, sempre piu' dilaniata al suo interno ed incapace di trovare una reazione unitaria.
Le rivelazioni sulle presunte tangenti intascate dal vicepresidente della Regione Lombardia per il partito moltiplicano le voci di dissidi interni nel Carroccio. E a poco serve l'ordine imposto dall'alto con un sms ai parlamentari ''di non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda''. E neanche le parole affidate a facebook da Roberto Maroni (''Boni non si tocca, la Lega non si tocca'') smorzano le polemiche.
Cosi', mentre Umberto Bossi nella storica sede di via Bellerio incontra proprio Boni per un 'faccia a faccia', maroniani e bossiani si scambiano accuse pesantissime. Da una parte c'e' chi dice che i 'cerchisti' sembrano piu' contenti che dispiaciuti e ricorda la questione dei fondi investiti in Tanzania dal tesoriere Francesco Belsito. Dall'altra si sottolinea come Boni abbia esibito piu' volte il suo distintivo di 'barbaro sognante' e percio' sia un 'maroniano'.
E' abbastanza per fissare una riunione straordinaria dei big del partito a Milano per 'trovare la quadra'. La situazione e' molto delicata. Lo testimonia la decisione di Maroni di annullare il tour in programma in Friuli.
L'unica certezza e' che le difficolta' invece di ricompattare il partito, come solitamente avviene in questi momenti, stanno acuendo le distanze tra le fazioni. Un tentativo di serrare le file lo ha fatto ieri il capogruppo alla Camera, Gianpaolo Dozzo, non ''sorpreso che i magistrati abbiano un occhio di riguardo nei nostri confronti''. La strategia e' quella di unire le parti contro un nemico comune: la magistratura. Ma l'operazione non e' riuscita. Ci prova anche La Padania che mette in prima pagina un articola su una presunta ''Casa fantasma di Monti in Svizzera'': il quotidiano leghista ''si interroga sui frequenti soggiorni a Silvaplana del Premier'' e sottolinea che ''non risulterebbero dichiarazioni di Monti per proprieta' in Svizzera''. Il quotidiano di via Bellerio chiede percio' chiarimenti al Professore. L'impressione e' che si voglia distogliere l'attenzione dal caso Boni. Anche se i militanti, dal canto loro, nel dibattito sui siti leghisti sembrano gia' aver assolto il politico lombardo.
Di diverso avviso il Pd che parla di ''deriva della Lega'', invocando ''il serratissimo vaglio della magistratura''. Il Pdl invece tende la mano all'ex alleato: ''Indipendentemente dai dissensi che ovviamente permangono esprimiamo la nostra solidarieta' alla Lega Nord per l'attacco frontale del quale e' oggi fatta oggetto'', spiega il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Piu' severo il governatore lombardo Roberto Formigoni convinto che Boni ''chiarira' in termini molto precisi la sua estraneita' oppure fara' passi conseguenti''.