TORINO – La tratta italiana della Tav si accorcia: si riducono le gallerie e si riutilizzerà per gran parte la linea storica esistente, con un conseguente abbattimento dei costi. Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, annuncia la revisione del progetto, con un taglio delle nuove linee ferroviarie da realizzare da 84 a 25 chilometri. E, soprattutto, un risparmio di 2,6 miliardi di euro rispetto al progetto preliminare del 2011. Ma dal Movimento 5 stelle il giudizio è tranciante: “Sono contentini. Propaganda per imitarci. O non la fanno o niente”. Parola di Luigi Di Maio.
Il documento approvato lo scorso 20 giugno dall’Osservatorio per la Torino-Lione presieduto da Paolo Foietta, “chiude positivamente una discussione avviata già molti anni fa – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino – accelerando e semplificando la realizzazione della linea ad Alta Velocità”. La project review “è il risultato di un anno di lavoro con Rfi e il ministero dei Trasporti – spiega Foietta – condiviso con tutti i sindaci che fanno parte dell’Osservatorio”.
A cambiare sono le opere di adduzione al tunnel, che non subisce invece variazioni, quelle cioè necessarie al funzionamento della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. Non più un progetto unitario, ma singoli interventi ordinari, ognuno con la propria progettazione, da realizzare entro il 2030, anno di entrata in esercizio della linea internazionale.
“Non sono arretramenti, sono adeguamenti, e sono un’intelligente rivisitazione dei progetti per fare le opere nei tempi giusti, con i costi minori e che siano davvero utili“, spiega Delrio a margine di un convegno sulla mobilità a Firenze. Nella prima fase, in particolare, è previsto l’adeguamento della linea storica tra Bussoleno e Avigliana, un tunnel in due tronchi sotto la collina morenica di Avigliana-Buttigliera Alta, il riuso dello scalo San Paolo e l’adeguamento del Passante di Torino. Slitta invece la Gronda merci a Nord di Torino, perché in vista dell’adeguamento della Trofarello-Alessandria-Novi i treni che non entreranno nel Passante potranno riconnettersi all’Alta Velocità e al Terzo Valico da Sud.
Si passerà così da 4,3 miliardi di investimenti stimati inizialmente, a 1,7 miliardi complessivi nel 2030. Un risparmio notevole reso ancora più ragguardevole – osserva il vicepresidente dell’Osservatorio, Osvaldo Napoli – “se si tiene presente la prospettiva dell’aumento di carico dei treni che passerà dai 3 milioni annui di tonnellate a 25 milioni/anno. Il tutto sarà propedeutico all’adeguamento della Torino-Genova”.