Il Pri è nella maggioranza e non nel terzo polo. A ribadirlo è Francesco Nucara, segretario repubblicano, in una lettera inviata a Pier Ferdinando Casini.
“Caro Presidente – scrive – hai raggruppato tutte le forze politiche e i singoli personaggi che hanno tentato di sfiduciare il Governo: mancavano il Pd e l’Idv e mancava il Pri, la cui Direzione Nazionale si era espressa unanimamente a sostegno del Governo Berlusconi. Dalle dichiarazioni rese alla stampa, apprendo però che “i repubblicani” hanno aderito a questo progetto di cui non si conoscono i metodi da adottare, essendo l’unico collante l’avversione a Berlusconi da parte di uomini e donne lo hanno sostenuto in questi anni, usufruendo di prestigiosi incarichi”.
Dopo aver ricordato che le origini del Pri risalgono al 1831 (con la ‘Giovine Italia’), Nucara osserva che giè in passato alcuni aderenti al partito ”hanno deviato dall’ideale e dallo spirito del partito” (come Italo Balbo e Armando Casalini) e che ”entrambi persero il diritto di chiamarsi repubblicani”.
”Si può essere, se lo si è, esperti di economia politica e si può conoscere benissimo, se lo si conosce, l’inglese, ma tutto questo – dice riferendosi alla posizione assunta da Giorgio La Malfa – non è condizione necessaria né sufficiente per essere un repubblicano”.
”I Repubblicani – conclude – potrebbero pure fare un patto con te se il loro prossimo congresso lo decidesse. Nel frattempo è giusto che con te si alleino – conclude con un’altro riferimento polemico a Giorgio La Malfa – coloro che “io posso fare politica anche senza il Partito Repubblicano Italiano”(Congresso PRI di Roma 1 aprile 2007)”.
[gmap]