Per Zaia se vi fossero accordi più restrittivi sulla libera circolazione nell’Unione non vi sarebbero situazioni di questo tipo, perchè con Schengen – ha spiegato – si utilizzano degli accordi ”che portano ad inevitabili abusi”. Del tema, ha riferito Zaia, si è parlato giovedì mattina a Padova a nel corso dell’incontro sulla sicurezza con il ministro dell’interno Roberto Maroni.
”Romania, Ungheria, Bulgaria, – ha proseguito – tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica, sono entrati in Europa un po’ troppo frettolosamente. Spesso hanno una arretratezza economica di 50-60 anni. Sono stati portati dalle bidonville al parco giochi facendogli credere che era la stessa cosa e che costa uguale”.
Con essi, secondo Zaia, ”qualche ragionamento va fatto”, perchè è il resto dell’Unione europea ”a pagare lo scotto di non avere più una sala di attesa per questi Paesi”. Queste nazioni, ha spiegato il governatore leghista, dovevano entrare in Europa, ”però con una cassa di compensazione, perchè il passaggio fosse graduale”. ”Per recuperare la loro arretratezza – ha concluso – oggi l’Europa si trova a erogare ogni anno 90 milioni di euro”.