ROMA – Toto-Quirinale. Mattarella in testa. Prima votazione: Grasso contro Prodi. A dar retta al vecchio saggio Dc Ciriaco De Mita, per l’elezione del presidente della repubblica è più facile prevedere il caos che una soluzione condivisa: “Lo ha confermato Renzi proprio quando ha parlato del quarto scrutinio e della volontà dopo di fare da solo. È come se fosse caduta una maschera, come se avesse già delineato una trattativa di scambio e un nome lui l’avesse già in mente”.
Mattarella in pole position. Sui maggiori quotidiani tra i papabili il nome di Sergio Mattarella resta in testa: a Forza Italia, il contraente del Patto del Nazareno, unico gancio strategico di Matteo Renzi, starebbe bene un garante che non venga dal Pci. Non tramontano le soluzioni Giuliano Amato, Walter Veltroni, Piero Fassino, Anna Finocchiaro, Pierluigi Castagnetti, tutti ovviamente spendibili dalla quarta votazione in poi, quando non servirà più il suffragio dei due terzi degli elettori.
Prima votazione. Grasso carta Renzi, Prodi degli anti-Nazareno. Osserva Matteo Orfini, presidente del Pd: “Siamo sicuri che nelle prime tre votazioni, quelle nelle quali è necessaria una maggioranza qualificata, la cosa migliore sia votare scheda bianca?”. E’ un’osservazione importante perché riguarda le strategie alternative al tentativo di eleggere il Capo dello Stato dalla quarta votazione in poi. Un “colpaccio per il premier e la sua immagine”, suggerisce Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera.
Dal Pd, e anche dagli altri gruppi della maggioranza, filtra un’ipotesi: quella di una candidatura di Piero Grasso. Una prospettiva di questo tipo non vedrebbe contrario Bersani, visto che fu proprio lui a indicarlo come presidente del Senato e attrarrebbe i voti degli ex grillini e forse anche qualcuno di chi siede ancora nei banchi dei «5 stelle». È vero che Berlusconi va dicendo che non vuole un magistrato. Ma i «no», quando si aprono le trattative non sono sempre così granitici. E poi, chi meglio di un ex magistrato potrebbe garantire al leader di FI agibilità politica senza destare scandalo? (Maria Teresi Meli, Corriere della Sera)
Sul versante opposto, quello degli oppositori del Nazareno (non c’è solo la minoranza Pd, Sel e 5 Stelle, ma anche il pezzo di Forza Italia che fa riferimento a Raffaele Fitto), il nome più gettonato resta quello dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.
Il Professore bolognese è infatti il candidato su cui Bersani è pronto a puntare per mettere in difficoltà il premier nelle prime tre votazioni a maggioranza dei due-terzi. E alla candidatura di Prodi lavora anche Nichi Vendola, impegnato a sondare i grillini nella speranza di costituire una massa critica per non lasciare a Renzi «la possibilità di scodellare un suo candidato, poco autonomo e molto allineato» alla quarta votazione, quando basterà la maggioranza assoluta di 505 grandi elettori. All’operazione, in più, si sono sommati nelle ultime ore i 48 voti di Scelta civica e Per l’Italia-Centro Democratico di Gianluca Susta, Lorenzo Dellai e Bruno Tabacci che invocano «un Presidente autorevole e di alto profilo». (Alberto Gentili, Il Messaggero)
Ma se invece l’area indicata da Civati alla fine coagulasse tutta la minoranza Pd, l’operazione-Prodi potrebbe contare su una base di partenza di un centinaio di grandi elettori, troppo pochi per fare decollare la candidatura. Per il Professore c’è anche un drappello di parlamentari della sinistra Dc, guidati da Bruno Tabacci, anche se il vero moltiplicatore per un’operazione di questo tipo sarebbe la convergenza dei 140 grandi elettori del Cinque Stelle. Dice Danilo Toninelli, uno dei capofila grillini a Montecitorio, lui risponde così: «Se non va bene la quarta votazione, per il Pd c’è solo Prodi. Renzi venga a chiederci il voto». Ma un’eventualissima adesione dei grillini, farebbe lievitare il fronte filo-Prodi a quota 250, ancora troppo basso, per far decollare l’operazione. Ma poi nel voto segreto, confluirebbero anche altri nemici del «patto del Nazareno» e infatti uno dei partecipanti all’ultima riunione degli amici di Fitto, rivela: «Siamo pronti a votare per Prodi…». (Carlo Bertini, Fabio Martini, La Stampa)