E’ nuova tregua tra Pdl e Fli. Silvio Berlusconi ha incaricato il sempre pronto Gianni Letta di portare avanti la trattativa con i finiani. Primo obiettivo: portare a casa la riforma della giustizia, con in primo piano il Lodo Alfano costituzionale e una nuova edizione di processo breve, che salverebbe il premier dai suoi processi ma avrebbe un impatto minimo su i processi di tutti gli altri italiani. Anche in casa Fli le “colombe” si sono messe in moto e hanno assicurato al Pdl che la legge elettorale, su cui si è iniziato a discutere in Parlamento, è in agenda solo “in una cornice di riforma costituzionale”.
Insomma su entrambi i fronti quella che prevale è la spinta verso la riconciliazione. Il premier ha anche chiesto agli ex colonnelli di An di mettere a tacere la querelle con i finiani sul patrimonio di via della Scrofa. Ma come mai? L’idea prevalente nei Palazzi del potere, è che Berlusconi per primo abbia un gran timore di un governo tecnico che considera un incubo reale. Ecco perché, anche pubblicamente, continua a promettere “60 posti di governo” anche a chi non vuole elezioni anticipate.
E il messaggio è tutto diretto a quei senatori e deputati che, se si va alle urne, perderebbero il diritto al vitalizio della pensione e che, inoltre, hanno la certezza di non essere rieletti. Insomma tutti quelli che sono pronti a tutto, a votare qualsiasi provvedimento, pur di sostenere il governo e ad evitare il voto. Alla camera sono ben 22 i deputati che formano questo “cuscinetto” a cui il Pdl ora fa la corte. E’ proprio alle loro ansie, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, che si deve far risalire questa nuova atmosfera di “pacificazione” nella maggioranza.