Tv/ La Rai perde pubblicità (-20%), Mediaset meno (-10%). E la ragione non sono gli ascolti. Una nuova puntata del capitolo “conflitto di interessi”?

Chi semina vento raccoglie tempesta, chi semina «disfattismo» raccoglie poca pubblicità. Nell’Italia di Silvio Berlusconi, a questa regola non si sfugge. E così succede che le entrate pubblicitarie della Rai hanno perso il 20,4% nei primi quattro mesi dell’anno: è il bilancio drammatico della Sipra, la concessionaria della tv pubblica.

I meno maliziosi potrebbero pensare che sia semplicemente una conseguenza della crisi economica, che ha preso a pugni in faccia il settore della comunicazione come e più di altri. Ma per smentire questa teoria basta dare un’occhiata ai dati di Publitalia, concessionaria di Mediaset. Anche qui c’è un calo (-10,53%), ma niente a che vedere con il pessimo risultato della concorrente.

L’attrazione dei grandi investitori per le tv del premier non si spiega neanche con gli ascolti: da gennaio a fine aprile, le performance registrate da Canale 5, Rete Quattro e Italia Uno sono state tutt’altro che brillanti. Soprattutto Canale 5, un tempo fiore all’occhiello dell’azienda, continua a perdere telespettatori, sia nel prime time che nell’intera giornata.

Alla Rai è andata molto meglio, ma la pubblicità continua a preferire Mediaset. Forse perché più che all’Auditel gli investitori tengono in considerazione altro. Qualcuno ha ipotizzato un “effetto Palazzo Chigi”, ricordando il discorso che il premier fece lo scorso ottobre agli imprenditori riunito a Palazzo Madama. Quando, cioè, il Cavaliere aveva puntato il dito contro i programmi della televisione di Stato, a suo dire colpevoli di diffondere «sfiducia e panico». Nella stessa occasione, Silvio aveva chiesto – tra l’ironico e l’irato – che senso avesse per un’azienda comprare spazi pubblicitari da viale Mazzini. Consigli per gli acquisti? Sembrerebbe.

Nella stessa direzione va anche la “battuta” pronunciata pochi giorni fa dal premier, durante il suo intervento al convegno dei giovani industriali, a S. Maria Ligure, vicino a Genova. «Non date pubblicità ai media disfattisti», ha detto il capo del governo. Ma forse, in quel momento, stava parlando l’editore.

*(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)

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Marco Benedetto