Le parole all’Economist del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che ha invitato gli alleati che forniscono armi all’Ucraina a porre fine al divieto di usarle per colpire obiettivi militari in Russia fanno discutere in Italia.
“Noi – dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani – siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale”.
E ancora: “Le scelte di Kiev sono scelte di Kiev. Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina, lavoriamo per la pace. I messaggi che arrivano dalla Russia provocano anche una guerra ibrida che si combatte, ma dobbiamo sempre lavorare per la pace e abbassare i toni”.
“L’Italia – dice Matteo Salvini – non è in guerra con nessuno e se è stato giusto aiutare militarmente l’Ucraina, allo stesso tempo non se ne parla nemmeno di togliere il divieto” a Kiev “di colpire obiettivi militari in Russia, così come ribadisco che la Lega è contraria a inviare anche un solo soldato a combattere in Ucraina. Noi vogliamo la pace non l’anticamera della terza guerra mondiale”.
“Le parole del Segretario generale della Nato Stoltenberg – si legge in una nota dei parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato – sono di una gravità assoluta perché rappresentano un passo decisivo verso l’abisso della Terza guerra mondiale. Consentire ufficialmente a Kiev di usare le armi Nato contro la Russia è di fatto una dichiarazione di guerra della Nato contro la Russia. E’ arrivato il momento per gli alleati europei, Italia in primis, di opporsi a questa folle deriva bellicista dichiarando ufficialmente che l’Europa non seguirà Washington e Londra sulla strada dello scontro diretto con Mosca, perché l’Europa non può rischiare di ritrovarsi in guerra”.
E ancora: “L’Europa smentisca Orban che l’accusa di prepararsi alla guerra e scelga finalmente la via del negoziato, rispondendo alle ripetute aperture di Putin coinvolgendo la Russia in una conferenza di pace europea che getti le basi per una soluzione negoziale di un conflitto che, come diciamo da due anni, non può essere risolto per via militare se non al costo di una coinvolgimento diretto della Nato”.