ROMA – Anche Roma avrà un registro delle unioni civili, aperto a tutte le coppie, sia eterosessuali che omosessuali. L’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera che consentirà anche la trascrizione automatica nel registro delle nozze gay contratte all’estero. Il sì definitivo arriva all’indomani della bagarre in Aula tra le opposte fazioni: i fautori dei diritti Lbgt e i difensori della famiglia tradizionale. E quando arriva scoppia la festa in Campidoglio, con gli attivisti che cantano “Bella Ciao“e uno striscione arcobaleno con scritto “Roma delibera l’amore” esposto sugli scranni dei consiglieri.
La Capitale “spera di poter contribuire a sbloccare le titubanze dei legislatori che, da troppi anni ormai, eludono un pieno riconoscimento dei diritti giuridici e civili di tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento sessuale”, ha detto il sindaco Ignazio Marino. Il primo cittadino da tempo ha fatto dei diritti civili il suo cavallo di battaglia, anche con la trascrizione nei registri dell’anagrafe dei matrimoni gay celebrati all’estero. Un atto che lo ha visto opporsi, insieme ad altri sindaci, alle disposizioni del ministro Angelino Alfano e per la cui mancata cancellazione la Procura, di recente, ha aperto un fascicolo di indagine.
“Finalmente anche Roma si dota di un registro delle unioni civili – commenta entusiasta Marino – La Capitale dà il segnale che, in questa città, l’amore è uguale per tutti”.
La delibera di iniziativa consiliare, attendeva da un anno di essere discussa in Aula. Sottoscritta da esponenti di tutta la maggioranza e dal M5S, è stata fortemente osteggiata dal centrodestra, da Ncd e FdI a Forza Italia, e dal non voto della Lista Marchini.
Urla di gioia, applausi e abbracci tra il pubblico dentro e fuori l’Aula Giulio Cesare subito dopo l’ok: una vera e propria festa animata dalle associazioni lgbt e a cui hanno partecipato anche il leader di Sel Nichi Vendola e Vladimir Luxuria.
“Roma respira. Ora bisogna battersi per il matrimonio gay – la promessa di Vendola – L’urgenza è di uscire dal Medioevo. Proprio ieri sera nell’incontro che ho avuto con Matteo Renzi ci è stato detto che è imminente la stagione dei diritti.”
E il sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi Ivan Scalfarotto, plaude all’iniziativa:
“L’istituzione del registro delle unioni civili da parte del Comune di Roma è un ulteriore passo sul cammino di civiltà che l’Italia ha intrapreso”.
Mentre il presidente del Pd, Matteo Orfini, twitta:
“Grazie a Ignazio Marino e al gruppo del Pd, Roma è una città più civile e moderna”.
Il centrodestra, ricompattato nell’occasione, però, attacca. Per il senatore Maurizio Gasparri (FI) “questo registro non ha alcun valore giuridico ed è solo un’autentica provocazione”. L’ex sindaco Gianni Alemanno parla di una “iniziativa contro la legge, che serve solo ad illudere le persone e ad indebolire le famiglie”.
Roma è la 160/ma città, come sottolineano dal M5S capitolino, a dotarsi di un registro del genere. Potranno chiedere di iscriversi le coppie conviventi da almeno un anno e con almeno un componente residente a Roma. E per le loro celebrazioni si aprono ufficialmente le porte di Palazzo Senatorio: potranno usare i locali, abitualmente utilizzati per i matrimoni civili come la Sala Rossa.
Grazie ad un emendamento del consigliere radicale Riccardo Magi gli iscritti al registro, ai fini dell’assistenza sanitaria, saranno equiparati al parente prossimo.
Infine stessi diritti e stesse agevolazioni delle coppie sposate in relazione ai servizi e ai settori di competenza comunale. “E’ una vittoria culturale, politica che arriva dopo quasi venti anni”, esulta la prima firmataria del provvedimento, l’attivista per i diritti Lgbt Imma Battaglia.
(Foto Lapresse)