MILANO, 22 SET – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rischia un altro processo a Milano per aver ascoltato quella conversazione ancora ‘top secret’ e poi ringraziato, ”assicurando gratitudine eterna” a chi, la sera della vigilia di Natale di sei anni fa, gli aveva portato ad Arcore quel ”regalo”, in vista delle ”elezioni politiche”.
Questo processo per la vicenda legata alla pubblicazione su ‘Il Giornale’, il quotidiano di famiglia, dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte sulla tentata scalata di Unipol a Bnl per Berlusconi sarebbe il quinto, se anche per il caso Mediatrade venisse disposto il giudizio.
A decidere se il presidente del Consiglio andrà o meno alla sbarra sarà lo stesso giudice che si occupa del ‘filone’ del caso Ruby che vede imputati Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Oggi, infatti, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del premier per la vicenda legata alla pubblicazione su ‘Il Giornale’ dell’intercettazione tra Fassino e Consorte nella quale l‘allora segretario dei Ds, che si costituirà parte civile, chiese al suo interlocutore ”allora abbiamo una banca?”.
Questa mattina il pm Maurizio Romanelli, dopo il respingimento della richiesta di archiviazione, ha trasmesso la richiesta di processo per il capo del Governo per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio con gli altri protagonisti del passaggio di mano del file-audio di quel dialogo, sebbene agli atti dell’indagine sui ‘furbetti del quartierino’, in quel periodo non fosse nemmeno stato trascritto dagli investigatori: si tratta del fratello Paolo, degli imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli, il titolare della Research Control System, la societa che fornì le apparecchiature agli inquirenti per le intercettazioni, e un suo collaboratore, Eugenio Petessi.
Gli ultimi tre sono già stati giudicati, mentre Paolo Berlusconi, in qualità di editore del quotidiano di via Negri, è stato mandato a processo anche per i reati di ricettazione e millantato credito: l’udienza si aprirà il prossimo 4 ottobre.
Il pm, sempre su indicazione del gip, ha iscritto nel registro degli indagati l’allora direttore de ‘Il Giornale’ Maurizio Belpietro per omesso controllo in relazione alla rivelazione del segreto d’ufficio e cioè per la cosiddetta fuga di notizie.
La richiesta di processo per il presidente del Consiglio, una sorta di atto obbligato dopo l’imputazione coatta imposta dal giudice una settimana fa, è finita sul tavolo del gup Maria Grazia Domanico, lo stesso che dovrà valutare se mandare a giudizio Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti per il caso Ruby.
Il giudice dovrebbe fissare l’udienza preliminare con al centro il ‘nastro’ non prima di dicembre. Solo il prossimo anno, dunque, si saprà se Berlusconi verrà mandato alla sbarra, per un reato che si prescriverà comunque nel giugno 2013, o se verrà prosciolto.
Anche la Procura dovrà valutare quale richiesta, di processo o di proscioglimento, presentare al gup, dopo che l’istanza di archiviazioneè’ stata ‘bocciata’ dal gip. ”All’esito della discussione davanti al giudice, decideremo il da farsi, dopo aver valutato tutti gli elementi con estremo scrupolo”, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati.
Il pm, chiedendo l’archiviazione, aveva ritenuto che non ci fosse la prova che il premier avesse dato il via libera alla pubblicazione del contenuto del file, da lui ascoltato ad Arcore e che gli era stata portato da Favata e Raffaelli. Il gip, invece, ha messo ‘nero su bianco’ che Berlusconi concorse ”nella pubblicazione”, dopo essersi ”compiaciuto” per quel ”regalo”. Fassino ha gia’ ottenuto un risarcimento per i danni morali nel processo a Favata ed entrerà, come ha spiegato l’avvocato Carlo Federico Grosso, anche nel procedimento contro il presidente del Consiglio.