
Nell’avviso di conclusione delle indagini sulla vicenda del ‘passaggio di mano’ dell’ intercettazione Fassino-Consorte, ai tempi della scalata di Unipol a Bnl, il premier Silvio Berlusconi risulta parte lesa per un tentativo di estorsione messo in atto dall’imprenditore Fabrizio Favata.
Favata, che aveva raccontato agli inquirenti milanesi di aver portato ad Arcore e fatto ascoltare a Silvio Berlusconi la nota intercettazione, alla vigilia del Natale 2005, venne arrestato il 25 maggio scorso per estorsione (ora è ai domiciliari).
Secondo l’accusa, avrebbe chiesto e ottenuto denaro da Roberto Raffaelli, responsabile della Rcs, società che si occupava di intercettazioni telefoniche, con la minaccia di denunciarlo all’autorità giudiziaria come colui che aveva rivelato atti d’indagine coperti da segreto, ovvero il contenuto dell’ormai famoso ‘nastro’.
Anche Silvio Berlusconi è parte lesa di un tentativo di estorsione perché, come si legge nell’ avviso firmato dal pubblico ministero Maurizio Romanelli, Favata ”mediante contatti telefonici e personali con l’avvocato Ghedini Niccolò” e con un collaboratore del suo studio, aveva minacciato ”di denunciare all’autorità giudiziaria” o ”di riferire a testate giornalistiche” la vicenda del ‘passaggio di mano’ dell’intercettazione, in cambio di denaro.
