Università: ricercatori in cattedra, passa l’emendamento

Ore di didattica anche per i ricercatori di ruolo: le prevede un emendamento al ddl di riforma dell’Universita approvato dalla Camera. La modifica al testo originario stabilisce, infatti, che ”i ricercatori di ruolo siano tenuti a riservare annualmente fino a un massimo di 350 ore per chi e’ assunto a tempo indeterminato e fino a 200 ore per i tempo determinato a compiti di didattica integrativa e di servizio agli studenti, inclusi orientamento e tutorato, nonche’ attivita’ di verifica e apprendimento”.

I criteri e i modi vengono rimandati ai regolamenti dei singoli atenei. Lo stesso emendamento prevede inoltre che anche ai ricercatori a tempo indeterminato, che hanno svolto tre anni di insegnamento, vengano affidati, con il loro consenso e rispettando l’inquadramento e trattamento giuridico economico, corsi e moduli accademici, attribuendo loro il titolo di ”professori aggregati”.

La Camera ha inoltre deciso l’incompatibilita’ tra la condizione di professore assunto a tempo determinato e l’esercizio di cariche accademiche: l’emendamento, proposto dal Pd, e’ stato accolto dalla maggioranza dell’aula. Si’ anche all’incentivazione della mobilita’ universitaria: un emendamento proposto dal Pd a cui si sono aggiunte, durante il dibattito, anche altre firme, tra cui quella del deputato di Fli, Fabio Granata. Con questa modifica al testo originario si favorisce il trasferimento di professori e ricercatori anche ”attraverso lo scambio contestuale di docenti in possesso della stessa qualifica tra due sedi universitarie consenzienti”.

Non e’ stato accolto invece il tentativo del Pd di ripristinare l’articolo 5 bis che prevedeva l’assunzione di 9 mila ricercatori per il triennio 2011-2013, approvato in Commissione Cultura, ma poi ritirato in attesa dell’approvazione della legge di Stabilità.

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