La speranza è quella di trovare ancora la strada per una ”ricucitura” all’interno della maggioranza. Ma se ci dovesse essere invece ”un altro strappo”, Futuro e Liberta’ ”non farà come Boffo, non porgerà l’altra guancia”.
Lo dice in un colloquio con la Stampa, il viceministro finiano Adolfo Urso, sottolineando che, se dal gruppo autonomo dovesse nascere un partito, ”non sarà un partito tradizionale, saremo innovativi e moderni come lo siamo stati sul piano dei contenuti”.
E il modello potrebbe essere quello dei Tea Party che orbitano attorno al partito Repubblicano americano. Si pensa infatti a ”un movimento capace di fare dialogare le persone e farle sentire partecipi”. ”Tutto si deciderà nelle prossime settimane – spiega – quando speriamo prevalga il dialogo e la ragione”.
Può darsi ”che la frattura si ricomponga, il confronto riparta e che si possa convivere nel Pdl. Cosa che mi pare difficile ma non impossibile”. Ma data limite ”è quella da loro stessi posta della riunione dei probiviri convocata per il 17 settembre: dovranno decidere su tutti i casi di gruppi separati, compresa la Sicilia, e sul deferimento di Bocchino, Briguglio, Granata. È chiaro che non si tratta di una mera azione disciplinare, ma di una decisione politica che potrebbe sancire un nuovo strappo”.