Zaia sostituisce Mameli col Va’ pensiero? Lui nega, i testimoni confermano. Ronchi: “Sarebbe un oltraggio alla nazione”

Luca Zaia

Zaia ha fatto suonare l’inno di Mameli o l’ha “sostituito” con il “Va’ Pensiero” di Verdi? Un articolo pubblicato da “La Tribuna” di Treviso alza il polverone attorno al governatore veneto. Zaia era all’inaugurazione di una scuola a Fanzolo di Vedelago, nel Trevigiano, e al momento del taglio del nastro avrebbe imposto che al posto dell’inno nazionale fosse eseguito il Va’ Pensiero. Il governatore ha negato, ma diversi testimoni affermano che l’inno sia stato suonato solo dopo il taglio del nastro.

La notizia è stata portata alla ribalta nazionale dal capogruppo del Pd alla Regione Veneto, Laura Puppato, che ha stigmatizzato l’accaduto. Zaia ha subito smentito questa versione dei fatti, bollando come “inutile” la polemica. Alcuni testimoni hanno però assicurato che, una volta arrivato, il governatore abbia chiesto al suo portavoce di “imporre” il cambio di programma. Versione che è stata confermata anche dal direttore del coro Marco Titotto: “All’applauso scattato alla fine dell’inno mi pare che Zaia non ci fosse”. E anche il deputato del Pdl Fabio Gava, presente all’evento, conferma quanto affermato dagli altri testimoni: “Personalmente io, che ero presente alla cerimonia, non ho sentito eseguire l’Inno di Mameli”.

Il dirigente Carmela Palumbo, direttrice dell’ufficio scolastico regionale, ha già annunciato di voler denunciare il fatto all’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan.

L’episodio ha scatenato reazioni sdegnate nel centrodestra. Il ministro Andrea Ronchi ha detto senza mezzi termini che “aver deciso che l’Inno di Mameli fosse suonato senza la presenza delle autorità è un oltraggio alla nazione italiana”. Ronchi si dice preoccupato dalla “sospetta consequenzialità di atteggiamenti simili da parte di esponenti della Lega tutti tesi a mettere in discussione nella forma e nella sostanza il concetto di unità d’Italia”.

Secondo Ronchi “la Lega è un alleato importante ma sul concetto di unità nazionale, dall’inno d’Italia al federalismo, non faremo sconti a nessuno. La Lega partito di lotta e di governo”.

Il ministro La Russa è stato più cauto e si è limitato a dire: “Se fosse vero sarebbe un fatto grave”. La Russa stenta a crederci: “Non mi sembra possibile, anche perché il Va’ pensiero è ancora più patriottico, e dunque sarebbe contraddittorio”. Tuttavia il ministro della Difesa sottolinea la gravità dell’eventuale gesto “perché non spetta a un governatore far sostituire l’inno italiano”.

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Alberto Francavilla