ROMA – In una sua lettera inviata ai presidenti dei gruppi di Senato e Camera, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, Walter Veltroni ha ribadito la sua richiesta che il dimezzamento dei Parlamentari sia condizione per l'apertura della discussione sull'articolo 81 della Costituzione. Veltroni ha ribadito una linea gia' espressa alla riunione del Coordinamento del partito dello scorso 10 agosto, nonche' a quelle dei gruppi parlamentari e in varie posizioni pubbliche a partire da un'intervista rilasciata il 6 agosto.
A suo avviso si tratta di porre ''in maniera ultimativa la questione del dimezzamento del numero dei parlamentari, questione contenuta del resto anche nel programma del Pd alle elezioni politiche del 2008''. Una misura che Veltroni giudica ''essenziale'' non solo per ridurre il peso improprio della politica ''ma per ridare capacita' di velocita' e di decisione alla democrazia'' e portare fuori ''dal paralizzante immobilismo'' la macchina politico-istituzionale.
''Per questo – scrive Veltroni nella lettera – ribadisco a voi la richiesta che i nostri gruppi parlamentari pongano come condizione per la discussione e il consenso ad una revisione dell'art.81 che introduca in Costituzione il pareggio di bilancio (al netto, ovviamente, dei cicli economici e di eventi straordinari) l'approvazione immediata del puro e semplice dimezzamento del numero dei parlamentari, senza ulteriori appesantimenti''. In questo si potrebbe delineare un accordo, e' il ragionamento di Veltroni, per ottenere sulle due questioni un consenso tale da abbreviare le procedure parlamentari di riforma costituzionale e approvare in novanta giorni due provvedimenti che corrispondono all'emergenza e alla drammaticita' della situazione.
Per Veltroni un'intesa simile avrebbe, come effetto positivo, la necessita' la necessita' di approvare una nuova legge elettorale. ''Questa posizione, piu' volte ribadita anche dal Segretario Bersani, dovrebbe a mio avviso essere sostenuta con la necessaria forza e decisione, davvero condizionando la disponibilita' dell'opposizione a concorrere alle revisioni costituzionali proposte dal Governo, fatto salvo l'inutile e retorico riferimento all'art.41. E' al tempo stesso una sfida positiva e una proposta rivolta a tutte le forze parlamentari. Sono convinto che l'impegno limpido, coerente e determinato dei nostri gruppi potra' contribuire ad ottenere un risultato che avrebbe un valore storico per la nostra democrazia''.
