ROMA – L’ultimo giorno di Walter Veltroni in Parlamento. Un addio, come quello di Massimo D’Alema, che ha comunque un valore storico per la politica italiana se si pensa che i “dioscuri” dell’ex Pci entrarono insieme per la prima volta, alla Camera, nel 1987.
Oggi Veltroni, che entrò in Parlamento a 32 anni, ha voluto lasciare con un ultimo discorso, un invito ”a guardare al futuro e non al passato”, stretto tra applausi e abbracci dei colleghi, anche di D’Alema che invece ha preferito uscire dall’Aula senza clamore. La moglie Flavia e le figlie Martina e Vittoria, sempre presenti nei momenti più importanti della vita politica di Veltroni, non hanno voluto perdere l’ultimo intervento da deputato ”ma non da politico”, è la certezza dei colleghi di partito.
Manca Pier Luigi Bersani, impegnato in un pranzo con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, ma per telefono, poco prima, il leader democratico si scusa per l’assenza e gli ribadisce il suo ruolo prezioso per il Pd. L’ex leader Pd parla, a tratti commosso, per dieci minuti, il tempo della dichiarazione di voto assegnato ad ogni gruppo, e fa un discorso per spingere la politica a lasciare il populismo ”per il linguaggio del più radicale cambiamento di cui l’ Italia abbia mai avuto bisogno”.
Un attacco a Silvio Berlusconi con una durezza insolita per il primo segretario del Pd che fece tutta la campagna elettorale nel 2008 senza mai citare per nome l’avversario. ”Oggi finisce una legislatura – esordisce l’ex sindaco di Roma – e non la vita degli uomini: possiamo parlare agli italiani del futuro e non del passato? Altrimenti è una specie di maledizione dei Maya quella che riporta in televisione le parole che vengono da chi sembra che in questi anni sia stato in vacanza su Saturno e non a Palazzo Chigi”.
Guardando oltre il Cavaliere, Veltroni sostiene la necessità di ”una rivoluzione democratica”, la stessa che lui provò senza successo da candidato premier e che ora augura a Pier Luigi Bersani di guidare e di vincere le elezioni. Ma, siccome ”per guidare l’Italia fuori dal tunnel” è il tempo ”delle persone serie”, l’ex leader Pd ringrazia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e riconosce i meriti del premier Mario Monti, che ora il Pd troverà come avversario in campagna elettorale.
”Monti – sostiene Veltroni – ha fatto molto in un breve periodo. Non riconoscerlo ora, in ragione delle sue scelte future, è intellettualmente disonesto”. Onore delle armi a Monti ma è ora ”di andare oltre perchè l’Italia ha bisogno di qualcosa di inedito”. E anche Veltroni, lasciando la Camera, guarda a nuovi orizzonti.