Vendola sfida il Pd sulle primarie: “Prendo voti anche a destra”. Enrico Letta: “Pensa solo a sè”. D’Alema: “Ossessionato dalla leadership”

Nichi Vendola

Nichi Vendola all’attacco del Pd. Il leader di Sel, ospite di Lucia Annunziata, torna a chiedere le primarie che, dice, non possono essere messe da una parte in nome di un’alleanza con il Terzo Polo che ha dell”’assurdo” visto che Fini ha fatto sapere di voler rifondare il centrodestra. Il governatore della Puglia sembra aver aperto la propria campagna elettorale e si dice convinto di poter vincere quella competizione perché ”prendo voti oltre a Sel e anche da destra”.

E’ un egoista, è la risposta che gli arriva, però, dalla segreteria del partito di Bersani. “Pensa solo a se stesso”, dice il vice segretario Enrico Letta che lo accusa addirittura di avere una ”logica autistica” e attacca: ”Per vincere serve un nuovo Prodi, non un nuovo Bertinotti”.
Anche Massimo D’Alema, ospite da Fazio, ha smontato la candidatura di Vendola: ”Io vorrei parlare con lui di cosa si dovrebbe fare per il Paese, altrimenti il rischio è parlare solo di alleanze e di procedure” in un dibattito che di fatto allude ”solo alla leadership” e il dibattito ”solo sulla leadership è il male della politica italiana”, la ”ossessione del leader carismatico” è un portato di Berlusconi.

”Parole dure – replica Vendola – dettate dal nervosismo che servono a coprire la rivolta della base contro una linea confusa e un orizzonte poco chiaro”. Quanto alle primarie, Vendola va all’attacco: ”Se io ho solo il milione di voti delle europee di cosa si spaventano? Facciamo le primarie”. Ma sulla questione resta la disponibilità da parte del Pd a mettere da parte questo tipo di strumento se ci sarà un’alleanza ampia, allargata al Terzo Polo.

Lo ribadirà Bersani nella direzione di giovedì prossimo alla quale sta lavorando. In quell’occasione verrà rinnovato l’appello costituente per andare oltre Berlusconi a tutte le forze di opposizione, nessuna esclusa, sulla base di una piattaforma di proposte che vanno dalla riforma della legge elettorale a quelle istituzionali all’ economia. Una proposta che – sottolineerà Bersani – non può essere ridotta a una proposta di appoggio al Terzo Polo. In questa chiave il segretario del Pd confermerà che se serve, per essere coerenti con questo appello, le primarie possono essere messe da parte.

”Al Pd – ribadisce la linea la presidente dei senatori Anna Finocchiaro – propongo una moratoria: basta parlare di primarie e alleanze”. ”Non escludo – dice ancora la Finocchiaro – le primarie. Ma non vorrei che tutto cominciasse e finisse con la somma tra partiti e con il meccanismo delle primarie. Non è un modo adeguato ad affrontare la durezza delle questioni che abbiamo davanti. E’ possibile che le primarie siano un ostacolo nel costruire una alleanza con pezzi d’Italia, che vogliamo associare ad una proposta di cambiamento: in quel caso il Pd può anche fare una scelta di responsabilità, è verificare se c’è consenso generale verso un’altra candidatura, come facemmo nel 1985 con Romano Prodi”.

Una linea non condivisa non solo da Vendola ma anche dai ‘rottamatori’ di Pippo Civati e Matteo Renzi che scrivono un appello a Bersani per salvare le primarie, strumento ”pensato e voluto per coinvolgere i nostri elettori, per costruire consenso intorno alle nostre idee”. Questi i nodi in vista della direzione di giovedì nella quale anche i Modem di Veltroni, che si riuniranno domani sera, sono intenzionati a dire la propria. Il punto per quest’area, ribadito oggi da Beppe Fioroni in un intervento sul ‘Riformista’, è quello che il Pd deve riprendere il suo progetto originario. Un progetto nel quale, per altro, evidenzia Fioroni, ”i moderati si sentono a casa propria” mentre un Pd ”troppo a sinistra” sta lasciando il campo libero all’opa lanciata da Berlusconi e Casini su due parole come ”moderati” e ”modernità”.

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luiss_vcontursi