VENEZIA – Prima il referendum, quindi i “bot veneti”. I “venetisti”, a modo loro, fanno sul serio. E annunciano una prossima emissione di Buoni federali Costitutivi (Bfc) per 20 milioni di euro. Bond che serviranno a “fare il Veneto” e che promettono maxi rendimenti del 100o%.
L’emissione di bond, servirà, secondo i promotori, al finanziamento delle attività di strutturazione della ‘Repubblica Veneta’, particolarmente onerose nella fase di transizione in atto, con un prestito che sarà fatto direttamente da investitori veneti ed esteri.
Tutto messo nero su bianco in un comunicato che si propone di essere serissimo:
L’emissione – annuncia una nota – sarà a cura della Tesoreria della Repubblica Veneta, che sarà istituita in questi giorni dalla Delegazione dei Dieci. I Bfc saranno pagabili entro sei mesi dall’approvazione della Costituzione della Repubblica Veneta.
Sempre allo studio della Delegazione dei Dieci c’è anche la riattivazione delle “esplorazioni fiscali” in altri Paesi che tutelino i risparmiatori veneti dal rischio di default dello stato italiano. Tra i Paesi allo studio vi sono, tra gli altri, l’Austria, la Baviera e la Polonia.
Altro campo di attività riguarda la possibilità di aprire una Fondazione nel Liechtenstein (Stiftung), per consentire ai Comuni veneti di gestire le proprie Tesorerie Comunali presso un sistema di tesoreria riconosciuta dall’Unione Europea e non soggetta a quella che i referendari definiscono
“gli artigli rapaci del mostro fiscale italiano e senza pertanto essere depredati per tramite della tesoreria unica statale italiana. I Comuni veneti nel periodo di transizione potranno quindi applicare il decreto di esenzione fiscale totale promulgato dalla Delegazione dei Dieci il 25 marzo scorso e passare quindi al regime di fiscalità veneta che consente loro piena autonomia fiscale. In tal modo i cittadini saranno sollevati dalla pressione fiscale insostenibile dello stato italiano e i comuni potranno finalmente godere di risorse adeguate per erogare servizi pubblici”.
“Le prospettive di investimento nelle attività della Repubblica Veneta – rileva nella nota Gianluca Busato – sono particolarmente convenienti sia per gli investitori veneti sia per gli investitori esteri. L’enorme surplus finanziario di più di 20 miliardi di euro annui di cui gode la Repubblica Veneta permetterà una veloce restituzione di dieci volte il capitale investito, che sarà garantito dalla riconosciuta solidità della Repubblica. Per quanto riguarda inoltre i primi Comuni Veneti che aderiranno al meccanismo di tesoreria europea delocalizzata in Liechtenstein, essi si vedranno riconosciuta, per meriti patriottici, una forma di autonomia avanzata, simile a quella che sarà riconosciuta ai comuni di confine come già presentato a Sappada-Plodn. Parliamo di una quota del 95-98% di risorse fiscali, sul totale del gettito, che saranno trattenute nel territorio comunale”.