
VENEZIA – I libri per il gender, genitore 1 e genitore 2, che la precedente amministrazione comunale di Venezia aveva acquistato per scuole dell’infanzia e le biblioteche almeno in parte debbono tornare negli scatoloni. Lo ha deciso nei giorni scorsi il neo sindaco della città Luigi Brugnaro, facendo di fatto un passo indietro rispetto alla scelta della precedente amministrazione di centrosinistra di destinare 9.800 euro all’acquisto di volumi – tra cui il “Piccolo blu e piccolo giallo”, ritenuto un capolavoro per l’infanzia di Leo Lionni – per favorire, come ha sostenuto la promotrice della proposta, la consigliera Camilla Seibezzi, “una lettura della realtà scevra da stereotipi, per non confrontare in segno negativo o oppositivo le identità di ogni bambino”.
Brugnaro, come riporta la Repubblica, ha stabilito invece che i libri destinati agli istituti resteranno confinati negli scatoloni, mentre saranno regolarmente consegnati quelli alle biblioteche. In ogni caso la nuova giunta, precisa il sindaco, ha intenzione di avviare una verifica dei testi, ‘promuovendo’ quelli che pongono l’accento solo sulle discriminazioni di tipo fisico, razziale o religioso. “E’ stata un’arroganza culturale – puntualizza Brugnaro – aver imposto questi volumi alle scuole senza informare preventivamente i genitori dei bimbi”. Di parere opposto Seibezzi: “i libri sono stati acquistati, non sono stati imposti ma regalati alle biblioteche e agli asili nido, lasciando agli insegnanti la facoltà di usarli o meno. Abbiamo offerto una maggiore ricchezza di libri rispettando il mandato educativo dell’insegnante e le sue scelte. Quello che fa Brugnaro è anticostituzionale”..