Fu bocciato alle Politiche assieme all’intera sinistra radicale, così Paolo Cento annunciò che sarebbe ripartito da zero «rifondando i Verdi su basi nuove». Invece er Piotta, come lo chiamano a Roma giocando sul cognome e sul giovanile vizietto di far collette a colpi di cento lire, dovrà ripartire da meno uno e anche senza i Verdi.
«Cacciato – si sfoga al Corriere della Sera – Epurato con una letterina imbarazzata. L’ha fatta sporca, Bonelli. Una roba stalinista». L’ex sottosegretario all’Economia è stato espulso dai Verdi, il partito che 23 anni fa aveva contribuito a fondare. La sua colpa? Sedere nel coordinamento di Sinistra e Libertà.
«Bonelli ha vinto il congresso – attacca ancora Cento – ma poiché temeva che in pochi mesi ci saremmo ripresi il partito ha fatto fuori il 49% dei Verdi. Una caccia alle streghe da vecchio partito comunista». Ma Cento ci scherza su: «Siamo alla scissione dell’atomo».
La guerra tra i Verdi di Bonelli e gli ex Verdi di Cento va avanti a colpi di tessere annullate, carte bollate, risse, commissariamenti e ora anche espulsioni. Bonelli descrive Cento come «un opportunista estremista», portatore di una sinistra «ideologica e antica che ha danneggiato il partito». E lui ricambia: «Bonelli? Già, non è più di sinistra… Forse ha dimenticato quando, per un posto in Parlamento, era capolista della Sinistra arcobaleno dietro Bertinotti? Guida un partitino settario che vale lo 0,5 e dopo le Regionali rischia di chiudere baracca».