Una trasmissione radio, che probabilmente sarebbe altrimenti passata sotto silenzio, in cui Bruno Vespa ha difeso la nomina della moglie, Augusta Iannini, a componente della commissione per la privacy, che circonda e assiste il Garante della materia è stata raccontata sul Secolo XIX di Genova da Andrea Castanini.
Nulla di eclatante nel fatto che un marito difenda la moglie, anche se quelli che conoscono la coppia dicono che Augusta Iannini non è del genere di donna che ha bisogno di essere difesa dal marito come nelle liti di condominio: è una donna capace, che fino a ieri ha occupato uno dei posti più importanti della amministrazione della giustizia in Italia e non vale certo un marito divo per arrivare fin lì.
L’aspetto divertente della trasmissione è che a intervistare Bruno Vespa, al microfono di Rtl, è stato il figlio, Federico. E questo ha un risvolto ironico che Castanini ha colto al volo. Il suo commento, pubblicato in prima pagina dal quotidiano di Genova, dove Vespa è molto seguito, ha questo inizio: “Il padre, il figlio e il garante della privacy”. Il miracolo della trinità vespiana si è materializzato ieri, sulle frequenze radio di Rtl. È accaduto quando Bruno Vespa è intervenuto alla trasmissione condotta dal figlio Federico Vespa per difendere la moglie Augusta Iannini”, che “è stata avvolta da una cortina di dubbi dopo la sua nomina all’Autorità della privacy, in quota Pdl”.
Si è trattato, ricorda Castanini, di una “nomina discussa, non solo perché secondo molti ha seguito i canoni spartitori classici del manuale Cencelli” ma anche per un “contestatissimo emendamento (poi bloccato) al ddl anticorruzione sui magistrati fuori ruolo. Un emendamento che le avrebbe consentito dimantenere il doppio stipendio e restare nel nuovo incarico più di cinque anni senza essere costretta a lasciare la magistratura”.
Bruno Vespa senior, intervistato dal figlio, ha però reagito, esplodendo e rivelando una natura meno dolce di quella che uno può essere indotto a credere dai suoi modi garbati. Secondo gli appunti di Castanini, Vespa avrebbe scandito: “Ne ho le tasche piene, mia moglie è inmagistratura dal 1977, ha un curriculum di 10 pagine che è giuridico e anche informatico, come lei ce l’hanno in pochi. Ha tutti i requisiti in regola. Paga, mediaticamente, il fatto di essere la moglie di Vespa. E non è una novità”.
Poi si è rivolto direttamente al figlio: “Tua madre ha sempre adorato la magistratura. […] Anchenel 1979, quand’era pretore a Spilinbergo, in Friuli, le negarono il prolungamentodel permesso di maternità. E un membro del consiglio superiore della magistratura disse: “mandiamole a lavorare queste mogli di giornalisti democristiani”. Beh, io non sono mai stato iscritto alla Dc e non sono mai stato membro di un partito, ma questa è una storia che con i vantaggi e gli svantaggi ci portiamo addosso da quando ci siamo sposati”.
