Vespa: “Noi moderati condannati al lazzaretto, c’è un clima preoccupante in tv”

”C’è ancora posto in Italia per i moderati che non indossano l’elmetto?”. Se lo domanda Bruno Vespa in una lettera inviata al Corriere della Sera, nella quale descrivendo un episodio di contestazione di cui è stato vittima parla di ”clima preoccupante”. ”Una fascia consistente di persone – scrive il giornalista – vorrebbe che Porta a Porta non esistesse” e aggiunge che se in altre trasmissioni televisive come AnnoZero e Ballarò trovano ospitalità direttori di giornali anche schierati, gli inviti a Porta a Porta vengono respinti dai giornalisti di Repubblica e dell’Unità.

”Il successo della trasmissione di Fazio e Saviano – aggiunge Vespa – ha un suo meno noto risvolto: la crescente intolleranza verso chi è su posizioni diverse”. Vespa lamenta poi di essere stato rinchiuso ”dall’intelligenza ora allargata al ‘ceto medio riflessivo’ nel lazzaretto degli appestati”. Non si tratta di un fatto nuovo per il conduttore che ricorda di aver vissuto la stessa situazione nel 1993, con la caduta della Prima Repubblica, ”poi arrivò inopinatamente Berlusconi – prosegue – a ridare voce ai moderati. Stavolta temo un’involuzione peggiore e mi rifiuto di credere che chi non sta a sinistra debba rifugiarsi dietro posizioni urlate e prepararsi alla resistenza fisica”.

Poi denuncia un paradosso: ”Nella Rai che si vuole controllata militarmente dal Cavaliere, a parte il Tg1, tradizionalmente filogovernativo, la sinistra non ha mai avuto storicamente gli spazi e le superbe collocazioni orarie di oggi, mentre ogni tentativo di miglioramento degli spazi moderati, finora, s’è infranto dietro pastoie di ogni genere”.

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Alessandro Avico