ROMA – Ci mette poco a dirlo e sembra compatto il Pdl quando respinge la ricetta di Pier Ferdinando Casini e del Terzo Polo di un governo di unità nazionale per fare ripartire il Paese, dopo aver mandato via Silvio Berlusconi. Il leader centrista, ripreso poi sia da Francesco Rutelli sul Quotidiano Nazionaleche da Gianfranco Fini sul Messaggero, ha parlato di un nuovo leader che sia “politico e non tecnico”.
“Non ci sarà nessun suicidio assistito, né defezioni nei numeri della maggioranza: governo e premier non cambieranno fino al termine della legislatura”, hanno replicato il capogruppo Fabrizio Cicchitto e i ministri Altero Matteoli, Anna Maria Bernini, Saverio Romano, Gianfranco Rotondi.
Secondo Cicchitto, Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli e Gianfranco Fini sono uniti solo da una pregiudiziale anti Berlusconi. Secondo il vicepresidente dei deputati del Pdl, Napoli, “drammatizzano la situazione”. Per il ministro Romano è ancora in piedi un complotto contro il governo mentre per il neo ministro Bernini e per il ministro Matteoli si tratta solo di “demagogia pura”.