I Vigili del Fuoco contestano apertamente il Dl Emergenze e minacciano una clamorosa protesta: tutti via da L’Aquila, dove il presidio dei pompieri è stato in prima fila durante i drammatici giorni del terremoto. L’iniziativa, inedita nelle forme e dalle preoccupanti conseguenze, suona come un’aperta sconfessione del provvedimento governativo, che emargina e avvilisce la categoria. Gli effetti sulla tenuta psicologica della popolazione sarebbero rovinosi.
Un pezzo di Stato che abbandonasse i cittadini abruzzesi sarebbe un durissimo colpo alla mitografia della ricostruzione miracolosa della Protezione Civile. E dopo gli scandali di questi giorni un’ulteriore dimostrazione di una gestione delle emergenze tutt’altro che limpida e attenta, con gravi carenze organizzative e normative.
L’immediato ritiro di tutto il personale del corpo dei Vigili del Fuoco presente all’Aquila è stato infatti richiesto da RdB-Cub, la rappresentanza sindacale di base e indipendente dei Vigili, per protestare contro il Decreto Legge 195/2009 (relativo alla fase post emergenziale in Abruzzo) che colloca il corpo «in una posizione sempre più secondaria rispetto al soccorso tecnico urgente».
Il provvedimento, secondo il sindacato, emargina i Vigili del fuoco dal «ruolo primario di colonna portante della Protezione Civile in Italia e nell’attività di prevenzione, previsione e formazione della sicurezza sul territorio». Con il decreto in questione, il Governo, afferma RdB-Cub, «ha dato un chiaro e inequivocabile segnale: poter far a meno dei Vigili del Fuoco per gli interventi in montagna e sugli impianti di risalita, operazioni svolte finora anche dal personale Saf, speleo-alpino-fluviale, gli stessi lavoratori tanto applauditi nello svolgere lavori in altezza, in particolare per la messa in sicurezza di tanti edifici in Abruzzo» dopo il sisma del 2009.
La richiesta del sindacato di far rientrare il personale nelle sedi di residenza, compreso quello dell’Aquila, per tornare al servizio ordinario, è stata indirizzata, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e, tra gli altri, al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, al presidente della Provincia e al sindaco dell’Aquila, Stefania Pezzopane e Massimo Cialente, e al capo del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Antonio Gambardella.
