ROMA – Per i cent’anni del Viminale, sede del ministero dell’Interno, viene organizzata una celebrazione ad hoc, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del ministro Roberto Maroni. Viene proiettato un filmato: la Resistenza diventa “guerra civile”.
La gaffe ci mette poco a rimbalzare sul web e quella definizione in pellicola dell’occupazione tedesca dell’Italia fra il 1943 e il 1945 salta subito all’occhio.
Il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia è deluso: «Ancora una volta si è parlato di guerra civile a proposito della Resistenza, che è una delle pagine più gloriose della storia italiana e non deve essere assolutamente deformata cercando di ridurne la portata di ridurla a guerra civile. È stata guerra di Liberazione per liberare l’Italia dalla dittatura fascista e dall’Occupazione tedesca».
«Appena 5 giorni fa – ha proseguito Smuraglia – sono stati dati 9 ergastoli ai nazisti autori degli eccidi negli Appennini tosco-emiliani, la prova che i nemici da combattere, che sterminavano la popolazione civile inerme, erano i tedeschi. Che poi alleati coi tedeschi ci fossero anche i fascisti che hanno voluto combattere fino alla fine con loro non muta il carattere fondamentale della guerra di Liberazione. Sorprende che dopo tanti anni di distanza, da una sede autorevole e istituzionale come il Viminale e davanti al presidente della Repubblica, esca ancora il tentativo di ridurre una pagina meravigliosa della storia del Paese a una lotta fratricida».
Ma a questa svista, volontaria o no, se ne aggiunge un’altra, come ricorda Repubblica: nel filmato, che non è disponibile sul sito del Ministero, mancano i sei anni di repressione di Mario Scelba, fra il 2 febbraio 1947 al 7 luglio 1953.
