A proposito dell’annuncio del premier di non voler lasciare l’incarico in caso di condanna di primo grado, l’ex presidente della Camera parla di “dottrina Berlusconi”, cioè “il primato assoluto dell’investitura popolare su ogni altro potere”. Una dottrina, però, che “incontra due ostacoli: il primo è nella Costituzione, che nell’articolo 1 stabilisce che il popolo esercita la sua sovranità nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione. La Costituzione non prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio e stabilisce che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Questa è la nostra Costituzione, finchè non la si cambia bisogna rispettarla”.
“Il secondo ostacolo – spiega Violante – è di tipo statistico: la maggioranza assoluta degli italiani ha scelto il centrodestra nel 2008, come non scelse il centrosinistra nel 2006”. Per l’esponente del Pd “siamo di fronte a una teoria politica, quella che ho chiamato ‘dottrina Berlusconi’, incompatibile con le nostre regole costituzionali. Ma non basta fermarci qui. Una parte del sistema politico funziona già oggi più nel senso di quella dottrina che secondo le regole della Costituzione. Quante delle deviazioni sono dovute ad abuso e quante a oggettive necessità di governo? E come si corrisponde a quelle necessità in modo costituzionalmente corretto? Questo è il tema, a mio avviso”.