Con una sentenza di non luogo a procedere, il giudice di pace di Viterbo ha chiuso il processo a carico del presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, querelato per diffamazione dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro. La sentenza, hanno sottolineato i legali di Di Pietro, ”non sancisce l’assoluzione di Berlusconi, ma è la conseguenza diretta della decisione della Camera dei Deputati che, il 23 settembre scorso, aveva negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del premier”.
Di Pietro aveva querelato Berlusconi perché durante un comizio elettorale tenuto a Viterbo 26 marzo del 2008, aveva detto: ”Di Pietro si e’ laureato grazie ai servizi segreti, perché non è possibile che uno che parla così l’italiano si sia laureato…”. Nel dispositivo il magistrato ha scritto che ”le frasi su Di Pietro, pur nella loro obiettiva offensività , esprimono tuttavia un connotato di critica, pur oltremodo aspra, indirizzata contro l’avversario politico allo scopo di sminuirne l’affidabilità al cospetto degli elettori e di distrarre i cittadini dall’orientare verso di lui il proprio consenso. Quindi può ritenersi espressione dell’esercizio della funzione parlamentare”. Le stesse motivazioni con le quali la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere.
