ROMA – “Io capo dello Stato? Come siamo caduti in basso”. Vittorio Feltri si sfila dalla candidatura alla presidenza della Repubblica proposta da Lega e Fratelli d’Italia.
In un’intervista al Tempo l’ex pluri-direttore (di Libero, il Giornale, Bergamo Oggi, L’Indipendente, L’Europeo, Il Borghese), liquida la cosa così:
“È la fine se pensano a me, il fatto che sia uscito il mio nome dimostra a che punto siamo arrivati nel decadimento della nostra classe politica”.
Il nome del direttore è stato fatto da Giorgia Meloni e Matteo Salvini nella terna per la successione di Giorgio Napolitano al Quirinale. Insieme al direttore, altri due nomi di spicco del Nord Italia: l’ex ministro degli Esteri del governo Monti, Giulio Terzi di Sant’Agata, e il patron dei supermercati Esselunga, Bernardo Caprotti.
Ma a togliere definitivamente di mezzo il nome di Feltri ci pensa un collega, il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti:
“Vittorio al Quirinale? Non ci andrebbe, si guadagna troppo poco”.