Vladimir Luxuria rilancia: “Dopo la Pascale vado da Berlusconi”

Vladimir Luxuria rilancia: “Dopo la Pascale vado da Berlusconi”

ROMA – “Rifarei tutto. Anzi rilancio, vado da Berlusconi“. Così Vladimir Luxuria dopo aver fatto gli onori di casa a Francesca Pascale, ospite d’onore sabato sera alla serata di fine estate del Gay Village, alza la posta in gioco sui diritti civili. “Un bel macigno – dice – lanciato nelle acque stantie e maleodoranti dell’immobilismo sui diritti civili”.

La provocazione va dritta al cuore di quel Pd ancora diviso su un tema che ormai ha smesso di essere esclusivo appannaggio della sinistra ed è ormai un tema ampiamente trasversale: i matrimoni gay. Luxuria affida il suo sfogo al quotidiano online il Garantista:

“Troppo comodo finora per la sinistra (o di quello che ne rimane) trincerarsi dietro l’ostilità della destra e della Chiesa per puntare al ribasso, ai Pacs che poi diventano Dico e poi spariscono dalle agende della politica”.

Non fa scandalo, osserva l’ex parlamentare, se sulle riforme si trovano accordi bipartisan ma c’è chi inorridisce per l’abbraccio con la Pascale

“Non dovrei farlo perché Berlusconi è il battutaro omofobo? – si domanda Luxuria – Allora non dovrei chiedere neanche sostegno ai deputati del Movimento 5 stelle perché Beppe Grillo ha dato del “busone” di qua e del “frocetto” di là? E invece io chiedo la concorrenza tra destra e sinistra al rialzo. Chi offre di più?”

E a chi gli fa notare che forse ha scelto un’alleata poco influente, risponde:

La Pascale non conta nulla? Ingenuo chi lo crede. Conta molto più di tanti deputati azzurri. E i primi risultati si vedono: al consiglio comunale di Roma il segretario berlusconiano Davide Bordoni mette in crisi il monolitico “no”, aprendo una breccia possibilista sul registro delle unioni civili nella Capitale; a Trento il consigliere provinciale vicino all’ex Cavaliere, Giacomo Bezzi, dichiara la sua intenzione di approvare una importante delibera contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale nel lavoro e nelle scuole”.

Luxuria conclude con una provocazione che suona più come una promessa:

“Se Berlusconi mi ha invitata a pranzo o a cena a parlare con lui, io non mi chiedo “ci vado o non ci vado?”, magari mi chiedo soltanto “cosa indosso?”. E vaffanculo ai duri e puri [….]

Nessuno scandalo se Berlusconi vuole lasciare in eredità un partito conservatore ma più “liberal”, meno omofobo e ottuso. Vuol dire che dopo essersi dedicato così tanto tempo alle donne adesso dedica un po’ di tempo ai gay e magari rischia anche di meno di essere intercettato e ricattato!”.

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Daniela Lauria