ROMA – Un ddl, quello sul voto di scambio, che rischia di indebolire il reato di concorso esterno per mafia. E’ l’opinione dell’ex minostro della Giustizia Francesco Nitto Palma. Per il presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma se nel ddl contro il voto di scambio politico-mafioso si inserisse il concetto di ”altra utilità” oltre a quello della promessa di denaro si correrebbe il rischio di arrivare a una ”tipizzazione del reato di concorso esterno” in modo ”molto restrittivo” visto che lo si limiterebbe al perseguimento di un mero vantaggio elettorale. Per Nitto Palma la norma andrebbe valutata ”con prudenza’‘ perché avrebbe ”notevoli effetti” sul sistema.
La tesi di Nitto Palma è che inserendo nel testo sul voto di scambio l’espressione promessa di ”altra utilità” senza ancorarla a nessun fatto preciso, ”ben dimostrabile”, si rischia di normare di fatto il concorso esterno in associazione mafiosa restringendone notevolmente il campo d’azione. Il concorso esterno, infatti, non è un reato ‘tipizzato’, cioè fissato nel codice, ma ha solo una natura giurisprudenziale. Se nella norma ora all’esame della commissione Giustizia del Senato si facesse rientrare un generico ‘altre utilità’ o, come si legge nel ddl presentato da Giuseppe Lumia (Pd), altri vantaggi atti ”a soddisfare gli interessi o le esigenze della associazione mafiosa di cui all’articolo 416-bis o di suoi associati”, si tipizzerebbe dunque, secondo Nitto Palma, il concorso esterno.
Nella giurisprudenza della Corte di Cassazione, infatti, molte azioni, compreso anche il denaro che si dà in cambio del voto, sono considerate tutte azioni a sostegno dell’associazione mafiosa. Pertanto l’ex Guardasigilli, che ricorda come nell’ordinamento italiano viga il ”principio della tassatività”, invita i componenti della commissione ad esaminare con cautela gli effetti del progetto di legge ”così come sembrano intenzionati a modificarlo” visto che potrebbe avere ”effetti rilevanti” sul sistema. Restringendo ”enormemente il campo d’azione del concorso esterno” al solo ”scambio di voto politico-mafioso”.
In particolare Palma punta il dito contro il testo Lumia osservando come esso, ”nell’estendere l’oggetto del corrispettivo non solo alle ‘altre utilità’, ma anche alla disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafioso o dei suoi associati, sta di fatto tipizzando il concorso esterno in associazione mafiosa, secondo la definizione che la Corte di cassazione ha sempre dato di tale reato”.
”Se si pensa a come sia tuttora aperto il dibattito sull’opportunità di tipizzare il concorso esterno – insiste il presidente della commissione Giustizia – appare evidente quanto sia grave il rischio insito in una tipizzazione particolarmente restrittiva in quanto limita il reato ai casi in cui sia diretto al perseguimento di un mero vantaggio elettorale”. ”Se si considerano questi rischi – conclude – appare del tutto evidente quanto fosse imprudente l’idea di sistemare la questione con una brevissima riapertura del termine degli emendamenti”.