ROMA – “Il presidente Gentiloni ha tutto l’equilibrio e l’esperienza necessari per guidare il governo sino all’appuntamento delle elezioni che il Parlamento e le forze politiche chiedono vengano celebrate in tempi brevi, con una legge elettorale omogenea per la Camera e il Senato”. Così il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, interviene nell’Aula del Senato dichiarando il voto a favore del nuovo governo. E aggiunge: “Sulla legge elettorale dico solo che per scriverla servirà l’apporto della maggioranza e dell’opposizione e servirà che non venga pensata né contro qualcuno, né a favore di qualcuno”.
Zanda ha poi rivolto lo sguardo alle future sfide che l’Italia dovrà affrontare sulla scena internazionale. “Il presidente Gentiloni – ha osservato il senatore Pd – rappresenterà molto presto l’Italia in importanti appuntamenti internazionali, dovrà provvedere alle urgenze del dopo terremoto e far fronte all’emergenza della crisi bancaria. In questi impegni e in molti altri, sarà sostenuto dalla maggioranza che è emersa anche nel dibattito di oggi e della quale i senatori del Pd sono e saranno parte convinta e determinante“.
Zanda non manca di guardare al contesto: “Viviamo in una profonda crisi della democrazia in gran parte dell’occidente”. Eppure “la democrazia è la cifra principale della nostra civiltà, la radice delle nostre libertà. Ovunque è stata conquistata con fatica, anche col sangue. Evitiamo di difenderla soltanto con le parole. Perdere la democrazia, indebolirla per gli egoismi, per la frantumazione degli interessi e per una cecità che ci fa ignorare il contesto mondiale, sarebbe un delitto imperdonabile. All’interno di questo quadro – continua il capogruppo dem – vanno valutati gli interessi e le prospettive dell’Italia. Il risultato chiaro di un referendum che tutti debbono accettare con lealtà, a partire da chi in Parlamento ha votato a favore della riforma, ha lasciato insoluto il grande problema dell’adeguamento del nostro sistema istituzionale alle esigenze dei cambiamenti radicali del nostro tempo e alla necessità di mettere il nostro Paese in grado di reggere la dura competizione internazionale. Il tutto – sottolinea – in coincidenza con la gravissima crisi istituzionale, politica e sociale dell’Unione Europea che oggi rischia la disgregazione. Sono queste condizioni complessive e la consapevolezza dello stato generale dei problemi ad aver spinto il Pd a sollecitare la formazione di un governo sostenuto dalla più larga parte delle forze politiche, che accompagnasse il lavoro di armonizzazione delle leggi elettorali di Camera e Senato e portasse, subito dopo, il Paese al voto”.
Questa proposta per Zanda “nasceva dalla convinzione che, pur nelle diversità anche profonde che segnano le forze politiche, le condizioni dell’Italia e la limitata durata del governo rendessero molto utile una forma istituzionale di coesione nazionale. Purtroppo, una campagna elettorale che ha largamente oltrepassato i limiti di un ordinato confronto, ha deteriorato i rapporti politici e impedito che quell’iniziativa venisse intesa nel suo corretto significato e avesse un seguito positivo. Resta immutata, e dobbiamo farcene tutti carico, la necessità di abbassare i toni del dibattito politico e mostrare agli italiani un Parlamento meno rissoso e meno strumentalmente diviso. C’è troppa volgarità in giro, travestita da politica, da giornalismo, da satira. È nostro dovere mostrare al Paese un Parlamento dove la lotta politica sappia riconoscere i confini del confronto civile”.
Zanda si rivolge quindi alla senatrice Montevecchi: “Con le sue parole smodate e i cartelli alzati” dai componenti del suo gruppo “non ha certo dato un bello spettacolo di sobrietà politica”.
“Ho letto le dimissioni di Matteo Renzi come una assunzione di sua personale responsabilità per il risultato referendario. È un punto che gli fa particolarmente onore”. Le sue dimissioni sono “una decisione impeccabile per il rispetto dovuto a un risultato che ha visto bocciare dal popolo il provvedimento cardine della legislatura”.
“Non è questo il momento per tracciare il bilancio del governo Renzi, bilancio che però sarà necessario fare anche per rispondere alla tanta smemoratezza che sta segnando il dibattito politico e che” – ha chiosato Zanda rivolto a Mario Monti – “è emersa sgradevolmente anche oggi in quest’Aula”. Nel formulare a Renzi i “più sinceri auguri per il suo futuro personale e politico in una nuova stagione di riforme utili all’Italia” il capogruppo dem ha affermato che senza le sue politiche e le innumerevoli misure sull’economia, il lavoro, la scuola, la pubblica amministrazione, la giustizia e la cultura, non avremmo i tanti dati che testimoniano in modo inequivoco una stabile inversione di tendenza, l’uscita dalla recessione e la ripresa dell’occupazione. Venivamo da una situazione molto negativa e i risultati sono ancora insufficienti. Ma oggi senza quelle misure saremmo a commentare dati molto diversi, se non opposti”.
“Abbiamo solo iniziato il processo di uscita da una crisi insieme economica e politica, sociale e istituzionale, che sarà ancora lunga e che non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Europa, che investe sia il nord che il sud, sia l’est che l’ovest del nostro continente. Il lavoro di risanamento del nostro Paese deve quindi continuare”.