Zanda: “Moralità pubblica tornata ai livelli infimi degli anni ’90”

ROMA – “Se la politica vuole recuperare un po’ dell’immenso patrimonio di credibilità che ha buttato al vento, molto deve cambiare nel suo rapporto con la giustizia e con il denaro. Se vogliamo fermare la valanga di discredito che sta sommergendo la politica italiana, l’unica strada percorribile è sostenere la magistratura nella ricerca della verità”. Lo dice il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, intervenendo in Senato sull’autorizzazione all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti del senatore Luigi Lusi.

“Sono passati vent’anni e la moralità pubblica del nostro Paese è tornata agli infimi livelli dei primi anni ’90. Anzi, sotto molti profili, oggi la situazione è più preoccupante per l’estrema debolezza di gran parte degli organi dello Stato e lo spappolamento del sistema politico, stremati per tante ragioni, non ultima il discredito dovuto all’attuale legge elettorale”.

“Il Senato ha il dovere di riflettere sulla profondità e sulla vastità della corruzione che, vent’anni dopo tangentopoli, sta nuovamente sconvolgendo la nostra società civile, inquinando le istituzioni pubbliche, delegittimando l’intero sistema politico. I casi di corruzione e di malavita che da mesi stanno emergendo, restituiscono il crudo ritratto di un Paese malato in profondità e di una classe dirigente che in alcune sue parti sembra non avere altro obiettivo che l’arricchimento personale, da raggiungere con qualsiasi mezzo. Una società che rischia di ritrovarsi senza più anticorpi legali, né punti di riferimento morali. In questo quadro – aggiunge Zanda – il Parlamento ha grandi responsabilità. Nei sei decenni della Repubblica, i senatori e i deputati chiamati a votare su molte decine di richieste di autorizzazione all’arresto di parlamentari per fatti gravi, l’abbiano concessa così poche volte da poterle contare sulle dita di una mano”.

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Emiliano Condò