Afghanistan, ardita incursione di La Russa: “bombarda” i talebani con i volantini, svolta nella guerra?

Ignazio La Russa con David Petraeus, comandante delle forze Usa in Afghanistan

C’è La Russa sull’elicottero, per i talebani non c’è speranza. Gli alleati della Nato avevano appena finito di tenere in Portogallo tormentato e indeciso vertice sull’Afghanistan. Risultato: una gran voglia di andarsene ma l’impossibilità di andarsene. Forse meno soldati americani ed europei a combattere dopo il 2014, forse. E sempre più difficoltà a combattere, perché le opinioni pubbliche occidentali non se la sentono di combattere e morire. Non per l’Afghanistan e neanche per quello che avverrebbe dopo una ritirata-sconfitta.

Vien giù il Pakistan, il Pakistan che ha l’arma atomica? Un disastro, una minaccia diretta alla sicurezza non dei governi ma della gente. Ma la “gente” di Parigi, Roma, Londra e anche New York non la sente come una minaccia, tanto meno diretta. La gente vuole “sganciarsi”. La Nato che molla l’Afghanistan lascia spazio nell’area all’Iran, l’Iran che l’atomica se la sta facendo? Una minaccia diretta, un’altra. Ma la gente non la vive così. E così i governi e gli eserciti della Nato devono premere insieme il pedale dell’acceleratore e del freno: combattere per andarsene al più presto, combattere senza morire. Perché l’Occidente di morire per Kabul non ha voglia né cuore e non trova ragioni. Nè quelle “altruiste” che riguardano le libertà e le condizioni di vita degli afghani, né quelle “egoistiche” e di autotutela.

Insomma per le opinioni pubbliche occidentali l’Afghanistan è lontano e comunque non ne vale la pena. Obama non riesce a dosare la misura degli attacchi militari sul campo con gli annunci di disimpegno prossimo venturo. Cameron deve tenere a bada i sondaggi e il Parlamento di Londra diventati diffidenti verso la missione e insofferenti verso le perdite di soldati britannici. La Merkel non può impegnare più soldati. Di Karzai non si sa se fidarsi oppure no e con Karzai ha duramente discusso la Clinton. Al fronte i militari non sanno se bombardare o no, se la “missione” sia attaccare e conquistare terreno o evitare perdite, di civili afghani e di soldati Nato.

La Russa, ministro della Difesa italiano, al vertice di Lisbona c’era e deve esserne venuto via pensando: “Adesso ci penso io”. Non è così che lavora anche il suo premier Berlusconi? La Russa deve essere tornato in Italia rimuginando come mettere ordine in questo gran casino della Nato in cui Obama, Cameron, la Merkel e generali vari si perdono. E quindi ha meditato “l’atto di forza”, come quello che aveva visto al cinema, quello di Schwarzenegger, non a caso poi diventato prima Terminator e poi governatore della California. Atto di forza e taglio del nodo gordiano. Da realizzare però secondo tradizione italiana. Mumble-mumble…La Russa pensava, rifletteva, ed ecco il piano. Fulmineamente messo in atto. Aereo fino ad Herat in Afghanistan. E poi elicottero fino a Bala Murghab dove si combatte. E sull’elicottero le due armi di distrazione di massa. La prima lui stesso, il ministro italiano in mimetica. La seconda undicimila, mica un misero pacchetto, undicimila volantini. Da lanciare sulla testa dei talebani, da far piovere su di loro dovunque siano nascosti. Volantini lanciati a mano, dalla mano sapiente, ferma e virile del ministro. All’italiana, come ha detto il ministro stesso dando il titolo alla stampa italiana e, perché no, hai visto mai…mondiale: “La Russa come D’Annunzio”. Aroma di “ventennio”, sapore vintage di “legionari” in questa rivendicata analogia, in questo richiamo al “vate-guerriero”? E perchè no deve aver pensato La Russa? Un pizzico di “recupero della tradizione” e delle “radici” non  guasta.

Volantini pensati, mica roba buttata lì. C’è la figurina dell’ex talebano che torna al villaggio, che insomma si arrende o comunque smette di sparare. C’è la frase del Corano, anzi sul Corano che “è pace e felicità”. Così questi islamici si convincono e non fanno storie. C’è la riflessione astutamente indotta: “Il benessere proviene dalla pace”. Insomma, cari afghani che state facendo i talebani, sia Allah che il portafoglio vi dicono che è meglio smetterla di fare la guerra. Ve lo dice il ministro in persona, dall’elicottero. I primi resoconti dal campo parlano di talebani prima confusi, poi stupiti, quindi pentiti. Si inginocchiano ovunque a raccogliere i volantini e nel farlo lasciano cadere il fucile. Era così semplice risolvere la guerra in Afghanistan, ma solo La Russa ha avuto l’ardire di cogliere l’attimo e l’idea, di volare a volantinare la pace. Modesto, umile, il ministro volante, il Cincinnato dell’Afghanistan, il D’Annunzio del terzo millennio è poi tornato in patria. A chiamare i giornalisti mentre infilava la foto di se stesso sull’elicottero nell’album dove c’è pure l’istantanea del fucilino di legno con cui giocava da piccolo.

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Mino Fuccillo