Afghanistan, scandalo alla Kabul Bank: fugge il governatore centrale

KABUL – Il governatore della Banca centrale afghana è scappato negli Stati Uniti in seguito a uno scandalo finanziario e, da quanto si è appreso da fonti giornalistiche, è ricercato dalla polizia per una frode legata alla Kabul Bank, la più grande banca privata del Paese.

In un comunicato reso noto oggi, l'ufficio presidenziale ha confermato la fuga di Abdul Qadir Fitrat in connessione con un'inchiesta giudiziaria su presunte irregolarità nel suo operato ai vertici dell'istituto finanziario. Ma l'intera vicenda, dopo una ridda di rivelazioni contraddittorie che si sono rincorse oggi, ha assunto i contorni di un vero e giallo.

Come ha chiarito un portavoce del presidente Hamid Karzai, il governatore era stato indagato dalla magistratura nell'ambito del fallimento della Kabul Bank, salvata lo scorso anno dalla bancarotta grazie all'intervento del governo, che ha ''tappato'' un ''buco'' di diverse centinaia di milioni di dollari.

La banca annovera come azionisti alcuni influenti personalità afghane legate allo stesso Karzai.

Dopo aver scoperto la fuga, avvenuta una settimana fa, il vice procuratore generale Rahmatullah Nazari ha chiesto l'intervento dell'Interpol e anche dell'ambasciata Usa per chiedere l'arresto del finanziere. ''Fitrat ha lasciato il paese dopo che la magistratura lo aveva convocato per chiedere informazioni sullo scandalo della Kabul Bank'' ha precisato Siamak Herawy, un portavoce di Karzai, alla Bbc.

La versione governativa contraddice però quella dello stesso Fitrat che in un'intervista da Washington aveva ''detto di essere in pericolo di vita'' per il suo ruolo nello svelare la truffa ed ha accusato il governo afghano di volere insabbiare lo scandalo.

La Kabul Bank, che gestisce l'80% dei salari della pubblica amministrazione, insegnanti e poliziotti, era stata fondata nel 2004 da un giocatore di poker famoso a livello mondiale, Sherkhan Farnood. Ma nel settembre del 2010, il governo ne aveva assunto il controllo con un piano di salvataggio. Era infatti emerso che aveva erogato prestiti ''facili'' e che la maggior parte non erano stati restituiti. Le perdite ammontavano a circa 850 milioni di dollari secondo una stima citata dalla Bbc.

Lo scorso aprile, davanti al Parlamento il governatore Fitrat, che aveva promesso di combattere la corruzione fin dall'inizio del suo mandato nel 2007, aveva denunciato la gestione ''allegra'' tirando in ballo alcuni azionisti eccellenti, tra cui Mahmoud Karzai, fratello del capo dello stato e Haji Haseen Fahim, fratello del vicepresidente della banca che avrebbero acquistato con i mutui lussuose proprietà a Dubai. Entrambi hanno sempre smentito le accuse e finora non esiste alcun indizio di una loro responsabilità nel crack della banca.

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Maria Elena Perrero