”Non ci sono ufficiali Nato che siedono al tavolo dei colloqui di pace in Afghanistan”: lo ha detto l’ambasciatore Usa presso la Nato, Ivo Daalder, parlando con alcuni giornalisti italiani a Bruxelles. Daalder è stato interpellato a proposito delle notizie riportate ieri dal New York Times secondo le quali trattative segrete ad alto livello tra leader talebani ed esponenti afghani, alle quali collaborano anche esponenti della Nato, sono in corso in Afghanistan per far finire la guerra.
”Il processo di riconciliazione è un processo afghano, condotto dagli afghani. L’Onu, o gli Usa o la Nato non sono coinvolti. Noi non siamo parte di questo processo”, ha precisato Daalder. ”Noi ovviamente lo stiamo incoraggiando perchè siamo consapevoli che non c’è una soluzione militare a questo conflitto, ma che è necessaria una soluzione politica. Ma la soluzione deve essere afghana, non può essere statunitense o italiana o della Nato.
“La riconciliazione è qualcosa in cui gli afghani sono impegnati, l’estensione di questo tentativo, i progressi e il successo dipendono dagli afghani, perchè spetta agli afghani di decidere dove andare e di trovare la strade per costruire un processo politico con chi si impegna a rispettare la Costituzione, abbandona la violenza e ogni legame con al Qaida”.
Secondo l’ambasciatore, l’intervento militare e i colloqui di pace sono complementari: ”Uno non esclude l’altro, devono procedere insieme”. Tra i due aspetti c’è una relazione importante: ”Il successo della campagna militare, avrà anche un impatto sul grado di capacita’ di raggiungere le persone da impegnare nei colloqui di riconciliazione”, ha affermato l’ambasciatore.