Come già in altre occasioni, l’imprenditore italiano Franco Macri, 80 anni e suo figlio Mauricio, 50, ex presidente del Boca Juniors e ora governatore di Buenos Aires, non hanno esitato a rimbeccarsi in pubblico.
L’occasione il fatto che, per quest’ultimo, la giustizia ha appena confermato in seconda istanza che deve essere processato con l’accusa di aver consentito l’installazione nel governatorato una rete di intercettazioni telefoniche illegali.
Come in precedenza, Mauricio Macri, fondatore e leader del Pro, un partito conservatore, ha assicurato che a manovrare i magistrati contro di lui è l’ex capo di Stato Nestor Kirchner, allo scopo di sminuire la sua candidatura alle presidenziali del 2011. Insomma il governo, poiché Kirchner, o magari sua moglie, la presidente Cristina Fernandez, puntano allo stesso obiettivo.
”Metterei le mani nel fuoco per dimostrare che Kirchner non ha nulla a che vedere con il processo di mio figlio”, ha però assicurato papà Franco, nato a Roma ma di origine calabrese, e in Argentina dagli Anni ’50. Sostenendo comunque che ”Mauricio non c’entra con questa stupidaggine delle intercettazioni (in cui è incappato anche il marito di sua sorella)”.
”Mio padre ha paura di Kirchner, ed è l’interpretazione più benevola”, ha ribattuto oggi Mauricio, ricordando tra l’altro che ”non ha mai voluto che mi mettessi in politica”. Papà Franco, infatti, lo avrebbe voluto come delfino. Per gli affari che lui, a 80 anni suonati, non ha abbandonato. Da 22 anni frequenta il governo cinese che, da dieci, lo ha nominato suo rappresentate in America Latina.
Ed in questo suo ruolo, e con ovvia commissione, ha appena guidato Cristina Fernandez nella sua visita a Pechino, dove ha firmato contratti per 10 miliardi di dollari. Da qui, apparentemente, la mano sul fuoco per Kirchner (”Io lo voterei”) ed il dissidio con Mauricio.