Israele ha iniziato le attività di espulsione di 250 degli oltre 650 attivisti stranieri arrestati in seguito al blitz contro la flottiglia filo-palestinese che tentava di raggiungere Gaza.
Secondo la radio, circa 120 persone, per lo più algerini e indonesiani, passeranno la frontiera con la Giordania, mentre 60 turchi sono già all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, in attesa di un volo speciale per lasciare il paese. Altri 70 cittadini turchi sono in viaggio per l’aeroporto dalla prigione di Bersheeva.
Per l’espulsione dei sei italiani fermati da Israele “è questione di ore, si tratta di tempi tecnici”. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi da Betlemme (Cisgiordania) dove sta per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen. Gli ultimi sviluppi sulla sorte dei sei connazionali sono stati riferiti alla Craxi dall’ambasciatore d’Italia in Israele, Luigi Mattiolo, che è in costante contatto con le autorità israeliane.
“E’ stato concordato di espellere i detenuti immediatamente”, ha affermato il portavoce del premier Nir Hefez in una dichiarazione scritta distribuita alla stampa.
Il provvedimento interessa anche gli attivisti che rischiavano di essere processati per gli atti di violenza che, secondo la versione israeliana, avrebbero commesso ai danni dei militari che hanno abbordato il convoglio navale. La decisione fa seguito all’ondata di proteste internazionali seguite al blitz attuato all’alba di ieri da una unità speciale della marina militare dello stato ebraico.