E’ un Parlamento meno conservatore e più pragmaticamente incline agli affari quello che emerge dai risultati del ballottaggio delle elezioni legislative del Bahrein che decretano una ascesa senza precedenti dei canditati indipendenti.
Ne sono stati eletti 17, una schiera che pensa già di organizzarsi ufficialmente in blocco e che incalza per un seggio il gruppo politico e religioso tradizionalamente più forte: Al Wefaq, movimento islamico sciita che già al primo turno si è aggiudicato 18 dei 40 seggi disponibile alla Camera dei deputati.
La riconferma ed il rafforzamento di al Wefaq è un messaggio chiaro da parte della popolazione sciita che rappresenta oltre il 60% dell’emirato petrolifero governato, invece, da una famiglia reale sunnita, e che denuncia discriminazioni nei loro confronti.
Crollano invece i gruppi religiosi sunniti: Al Manbar, espressione politica dei Fratelli Musulmani, si aggiudica solo due seggi (cinque in meno rispetto la precedente legislatura) perdendo perfino quello del segretario generale del partito. Al Asala se ne aggiudica tre, cinque in meno rispetto il mandato 2006-2010.
Non passa il secondo turno Munira Fakhru, unica donna appoggiata da un movimento politico, il liberale Waad, e la rappresentanza femminile nella camera bassa rimane tutta affidata, così come già nel 2006, a Latifa Al Gaud. In entrambe le tornate elettorali Al Gaud ha vinto a tavolino per mancanza di candidati concorrenti nella sua circoscrizione.
Un altro volto femminile entra tuttavia nella scena politica del Bahrein: è quello di Fatima Salman, prima donna ad essere mai eletta in un paese del Consiglio di Cooperazione del Golfo in una elezione amministrativa. In Bahrein, il voto legislativo ed amministrativo sono stati espressi, contemporaneamente, sabato 23 e 30 ottobre.