Gol e assist, punizioni e sgroppate sulla fascia, potenza fisica e sinistro micidiale: un laterale strappato al rugby, un ex mezzofondista che adesso tutta Europa insegue e corteggia. La storia sportiva di Gareth Frank Bale nasce a Cardiff dove, all’epoca studente di nove anni della Eglwys Newydd Primary School, attira le attenzioni del Southampton. E’ già un prodigio di atletismo e tecnica, tale da costringere il suo insegnante alla Whitchurch High School a farlo giocare con un doppio handicap: solo tocchi di prima e divieto dell’uso del sinistro, il suo piede naturale.
Nel frattempo Gareth si divide tra calcio, rugby e hockey e vince tutte le gare di mezzofondo (i 1.500 sono la sua distanza preferita). Dopo i primi passi nel Cardiff Civil Service Football Club, passa ad una società satellite del Southampton. I dubbi sulla sua altezza sono presto spazzati via, perché a 16 anni e 275 giorni Gareth, nipote di Chris Pike (ex Cardiff City), diventa il secondo più giovane calciatore a debuttare con i Saints (meglio di lui solo Theo Walcott). E’ il 17 Aprile 2006, la sua carriera professionistica è ufficialmente iniziata.
Dopo 45 partite con il Southampton (e cinque gol), il grande salto in Premier League. Non prima del debutto in nazionale. Gareth potrebbe aspettare la chiamata dell’Inghilterra (ha una nonna inglese), ma sceglie il Galles. Il 27 maggio 2006 diventa il più giovane debuttante di sempre, subentrando nella vittoria su Trinidad and Tobago: a soli 16 anni e 315 giorni propizia il gol di Robert Earnshaw (da lì in poi 25 presenze). Cinque mesi più tardi, nelle qualificazioni europee contro la Slovacchia, il primo gol internazionale. Su punizione, la specialità della casa. Altro nuovo primato di precocità per la nazionale del Dragone Rosso.
Ora si avvia a diventare uno dei giocatori che hanno fatto la storia del Galles accanto a predecessori illustri come John Charles, Ian Rush, Mark Hughes, Neville Southall e Ryan Giggs. Bale ha appena compiuto 18 anni quando il Tottenham lo acquista: cinque milioni di sterline subito, altrettante al conseguimento di determinati risultati. A White Hart Lane il suo arrivo è accompagnato da perplessità per il costo dell’operazione, in panchina c’è lo spagnolo Juande Ramos. Il Tottenham continua a spendere ma resta un’incompiuta, un progetto costoso e irrealizzato.
Via Ramos, arriva Harry Redknapp. Gli Spurs alzano la testa ma Bale fa parlare di sé per un involontario record: nelle 24 partite di campionato in cui viene chiamato in causa, il Tottenham non vince mai. Un talismano negativo, uno jettatore. Per la sua prima vittoria con la maglia bianca (subentrato dalla panchina)bisogna attendere il 26 settembre 2009 contro il Burnley: più di due anni dopo il suo arrivo a Londra. La svolta della carriera, lo scorso gennaio. Contro il Fulham vince la sua prima da titolare, in aprile due gol in tre giorni che cambiano il corso della sua carriera: prima ai nemici dell’Arsenal, quindi ai campioni del Chelsea.
Gli Spurs volano in Champions League, in maggio Bale firma un nuovo quadriennale (scadenza 2014). Redknapp lo blinda a White Hart Lane perché nel frattempo cominciano a circolare le sirene di mercato. Inter, Manchester United, Real Madrid. Uomo di mondo il manager inglese non parla di incedibilità, ma fissa il prezzo, 25 milioni di euro. Bale si presenta alla nuova stagione con una doppietta allo Stoke City, e soprattutto dispensando quattro assist nella vittoria degli Spurs sugli Young Boys (preliminari di Champions).
E’ nominato giocatore dell’anno in Galles. Poi la tripletta di San Siro, lo strepitoso show di White Hart Lane, la demolizione di un colosso come Maicon. Chi lo conosce giura che l’improvvisa popolarità non lo cambierà. Dopo aver demolito i campioni d’Europa Redknapp gli ha concesso tre giorni di riposo. E lui ha preso il primo treno per Cardiff: lì è cominciato tutto, lì vuole godersi la sua notte magica.