Battisti, già nel 2006 per gli Usa il Brasile era un “porto sicuro per i terroristi”

Cesare Battisti

Nel 2006 gli Usa sottolinearono al Brasile l’obbligo di ”negare un porto sicuro ai terroristi”, dopo che Brasilia aveva concesso il nulla osta allo status di rifugiato politico a un sospetto guerrigliero delle Farc, Francisco Antonio Cadena Collazos, ”nonostante la richiesta di estradizione” avanzata dal governo colombiano. Lo si legge in un cable pubblicato da Wikileaks dall’ambasciata Usa a Brasilia e siglato dal capo missione Clifford Sobel.

Dopo le spiegazioni fornite da diversi esponenti delle autorità brasiliane, tra le quali il presidente del Comitato per i rifugiati (Conare, un organo del ministero della Giustizia brasiliano), lo stesso che nel novembre 2008 respinse la richiesta di Cesare Battisti di essere considerato rifugiato politico, i diplomatici Usa notarono che la ”decisione di dare lo status di rifugiato a Collazos è stata in larga parte determinata dalle forti pressioni di alti esponenti del governo” e che se il governo colombiano è ”preparato a combattere ciò” deve sviluppare ”una più forte e dettagliata causa legale”, incentrata sulle presunte azioni del terrorista delle Farc.

”Sarebbe anche utile ogni altra informazione o intelligence da parte del governo boliviano o da Washington su Collazos nella storia militare delle Farc”, si legge ancora nel cable. Il presunto terrorista, recita il documento, ”ha ammesso di aver fatto parte dell’organizzazione armata, ma come commissario politico e prete, non come combattente”. Il Conare accettò la sua richiesta ”perché decise di considerarlo non un terrorista” ma coinvolto in ”una guerra interna”, ai sensi della dichiarazione Onu del 1951.

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Maria Elena Perrero