In Birmania sale l’attesa per il previsto rilascio di Aung San Suu Kyi, dopo sette anni ininterrotti di arresti domiciliari. Nonostante i termini della sua detenzione scadano domani, a Rangoon vari elementi fanno pensare a una liberazione che potrebbe avvenire nel pomeriggio di venerdì.
Fonti della ”Lega nazionale per la democrazia” (Nld), il partito guidato da Suu Kyi prima dello scioglimento forzato per aver boicottato le elezioni del 7 novembre, hanno rivelato che i documenti relativi al rilascio sono stati firmati questa mattina. Nella sede del partito, secondo l’agenzia Mizzima, si sono già radunati circa 500 attivisti, nella speranza di accogliere il premio Nobel per la Pace, 65 anni di cui 15 degli ultimi 21 passati in detenzione.
Viene segnalata anche una maggiore presenza delle forze di polizia all’esterno della residenza della donna, in University Avenue. Suu Kyi avrebbe dovuto essere liberata già nel maggio 2009, ma la breve ospitalita’ data a un intruso americano costò alla donna altri 18 mesi di detenzione, per aver violato i termini dei suoi arresti domiciliari. L’episodio fu largamente interpretato come un pretesto utilizzato dalla giunta per escludere la popolare leader dell’opposizione dalle elezioni, in cui il conteggio parziale indica il partito del regime in testa con il 75 per cento dei voti scrutinati.