Dilma Rousseff e Marina Silva sono le due donne alle quali il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula de Silva dovrà da oggi riservare ancor più tempo e premure, in vista del ballottaggio del 31 ottobre fra la sua pupilla e il socialdemocratico José Serra.
L’ondata verde di voti ricevuti ieri dalla Silva ha infatti spiazzato completamente il ”presidente operaio” che adesso spera di convincere la terza classificata nelle presidenziali a concedere i suoi 20 milioni di voti a quello che fino al 2009 era stato il suo partito, il Pt (Partito dei Lavoratori). Il ruolo di Lula in queste ore è ancora più rilevante che nella campagna elettorale per il primo turno di domenica.
Anche se la Rousseff ha incamerato una valanga di voti (quasi il 47%), il fatto di non essere riuscita a vincere al primo colpo conferma quanto detto da più analisti in questi giorni: il carisma, e i voti, di Lula non sono automaticamente trasferibili. In altre parole, l’iperpopolare presidente e’ riuscito solo in parte a ‘passare’ alla sua pupilla ed erede il proprio peso elettorale. Lula dovrà ora quindi usare tutto il potere di fantastico negoziatore che lo contraddistingue per recuperare quei voti che spingeranno la Rousseff verso un successo al secondo turno.
In una Brasilia dove la campagna elettorale in vista del ballottaggio è già iniziata, le prime mosse dal fronte ‘lulista’ sono in corso. Il presidente del PT, José Eduardo Dutra, ha per esempio fatto sapere di essersi già messo in contatto con gli uomini della Silva, proprio al fine di chiedere il sostegno del Partido Verde, forte di un consistente ‘bottino’ di voti, pari a quasi il 20% del totale. La missione non sara’ facile: il deputato Fernando Gabeira, navigato e influente leader del Partido Verde della Silva, ha per esempio gia’ fatto sapere che al ballottaggio sosterra’ Serra.