Cambogia, morto Norodom Sihanouk, re dall’indipendenza ai Khmer Rossi

Norodom Sihanouk (Foto Lapresse)

PHNOM PENH – Il 14 ottobre Norodom Sihanouk è morto a Pechino a 89 anni. Con lui è finito un pezzo della storia almeno del Sud-Est asiatico, se non del Novecento mondiale. La storia di dittatura e morti della Cambogia, passata dal dominio francese a quello dei Khmer Rossi. E attraversata dalla Guerra del Vietnam.

Era il 1953 quando Sihanouk vinse la battaglia indipendentista, lui che era francofilo, e con una formazione nelle scuole francesi, lui che era stato stato insediato sul trono della Cambogia proprio da Parigi, nel 1941, a 18 anni.

Quel trono l’ha lasciato solo nel 2004, abdicando a favore del figlio Sihamoni per motivi di salute: cancro, diabete, ipertensione e problemi di cuore, fino all’infarto mortale in una notte di ottobre nell’amata Cina. Prima di quella notte Sihanouk ha avuto molte donne, cinque mogli, 14 figli, molte concubine, molte passioni, come quella per la musica e per il ballo, per il jazz e per la regia.

Nel 1955 abdicò in favore del padre per diventare primo ministro, puntando ad una “terza via” da Paese non allineato. Poi arrivò la guerra del Vietnam, che insanguinò l’Indocina dal 1960 al 1975. Gli Stati Uniti bombardarono le campagne cambogiane per interrompere i rifornimenti dei viecong, fino al golpe contro Sihanouk nel 1970.

Fu a quel punto che l’ex re si appoggiò alla guerriglia emergente dei Khmer Rossi, legittimandoli. Quando i maoisti di Pol Pot conquistarono Phnom Penh nel 1975, iniziò il loro regime responsabile di 1,7 milioni di morti.

Sihanouk finì relegato nel Palazzo reale come un prigioniero. Dopo la fine della dittatura, negli anni Novanta, contribuì a mettere in piedi l’assetto di potere che regge ancora oggi: quello di una ”democrazia” autoritaria e corrotta da cui Hun Sen ha gradualmente estromesso ogni rivale tra cui il principe Ranariddh, a cui il padre Sihanouk aveva affiancato come vicepremier proprio l’attuale ”uomo forte”, per poi vedere la sua influenza svanire progressivamente.

Il figlio e attuale re Sihamoni, assieme al primo ministro Hun Sen, è volato a Pechino per riportare le spoglie in patria. Poi il Paese sarà in lutto fino al 21 ottobre. Quindi, per tre mesi, il corpo di Sihanouk sarà quindi esposto ai  cambogiani prima dei funerali ufficiali.

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Maria Elena Perrero