La Cei: “Bruciare il Corano? Un atto sacrilego, ricorda i roghi nazisti”

“Bruciare un libro è sempre un atto sacrilego. Non dobbiamo dimenticare che la prima cosa che fecero i nazisti, con la Notte dei cristalli, fu quella di bruciare i Talmud, i libri dell’ebraismo”, ha detto all’AdnKronos monsignor Ambrogio Spreafico, Presidente della commissione Cei per l’evangelizzazione dei popoli e il dialogo fra le Chiese e vescovo di Frosinone, riferendosi all’annuncio di un pastore americano, Terry Jones, di bruciare il libro sacro ai musulmani.

“Per fortuna – ha aggiunto mons. Spreafico – c’è stata un’opposizione chiara da parte di tutti, anche la Santa Sede è intervenuta. E’ stata una rivolta dello spirito e dell’intelligenza”. Quello di bruciare il Corano è “un atto contro la religione e le religioni – ha aggiunto il responsabile Cei per l’evangelizzazione – si tratta del gesto di un fanatico, di un piccolo gruppo che mette in pericolo la vita di centinaia di milioni di cristiani in tutto il mondo. Penso alle comunità cristiane dell’Iraq, del Pakistan o dell’Indonesia, dove pure esiste un Islam più moderato”.

Il rischio, ha aggiunto il vescovo, è che si “identifichi il gesto di un piccolo gruppo con quello di tutti i cristiani, la stessa pericolosa generalizzazione avviene quando atti di questo tipo vengono fati da estremisti islamici”. Anche il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), un organismo che raccoglie la maggior parte delle Chiese cristiane a livello mondiale, ha espresso una “ferma condanna” per l’iniziativa.

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Elisa D'Alto