ROMA – Cena Obama, il menù: agnolotti, braciole, pecorino di… New York. Agnolotti di patate dolci con burro e salvia, insalata di zucca, braciole di manzo con colatura di rafano e friarielli. E’ un omaggio a piatti italiani, rivisitati con verdure dell’orto della Casa Bianca, il menù che lo chef Mario Batali servirà nella cena di stato offerta da Barack e Michelle Obama al premier Matteo Renzi e alla moglie.
I colori caldi dell’autunno, bouquet rosa e gialli, abbelliranno i tavoli del dinner che si svolgerà sotto una tenda sul prato sud della Casa Bianca. Una location ideale per queste giornate estive a Washington.
Nel tragitto fino alla tenda, gli ospiti, una quarantina stando all’allestimento dei tavoli, saranno invitati a visitare l’orto della Casa Bianca dal quale vengono odori e ortaggi dei canapè che saranno offerti prima della cena. Così come la crostata di mela verde con salsa al caramello e la selezione di mignon che sarà offerta alla fine. I tavoli, tutti ovali, sono decorati, spiega la Casa Bianca, “per celebrare le influenze dell’Italia nella cultura e nella società americana”. Candelabri di cristallo, piatti dipinti a mano riprendono i colori caldi dei bouquet floreali e della decorazione di rami e foglie dell’autunno americano.
Rocco Moliterni su La Stampa esprime qualche perplessità sul menù di Batali (origine italiana ma nato a Seattle, con Joe Bastianich ha aperto il ristorante Babbo a New York), ispirato a un fusion italo-americana che declina i sapori della nonna con qualche licenza poetica. Un mix talvolta bizzarro, almeno per i puristi, come per esempio quello degli agnolotti il cui ripieno, al posto delle canoniche tre carni, riso e verza, è fatto con le patate dolci (per non parlare del “pecorino” di… New York).
Non si chiamano agnolotti ma culurgiones e il sospetto è che lo chef abbia fatto un omaggio inconsapevole al vecchio Regno di Sardegna, mettendo il nome degli agnolotti e il ripieno dei culurgiones. Peraltro a questo «sincretismo» regionale Batali ha abituato i clienti del suo ristorante anche se a volte più che Babbo verrebbe da dire «Mamma mia», leggendo certi piatti in carta come le «Orecchiette cime di rapa, pesto e salame calabrese», in grado in Italia di far mettere le mani nei capelli tanto ai pugliesi, quanto ai genovesi e ai calabresi (naturalmente scherziamo ma da noi o fai le orecchiette con le cime di rapa o fai le trofie con il pesto, se no il tutto rischia di essere indigesto). (Rocco Moliterni, La Stampa)