LOS ANGELES – Chris Dodd, ex senatore democratico, è il nuovo uomo forte di Hollywood, l’anello di congiunzione tra i grandi studios e i salotti di Washington. Gli spetterà il compito di guidare la potente Motion Picture Association of America, il più grande gruppo lobbista dell’industria cinematografica statunitense, un’associazione formata per promuovere gli interessi dei grandi studi cinematografici.
La scelta di Dodd, avvenuta il primo marzo, ha messo fine ad una lunga fase di ricerca seguita all’allontanamento del precedente direttore, Dan Glickman. Per il posto – una poltrona che vale 1.3 milioni di dollari all’anno – erano stati ritenuti papabili diversi uomini del mondo della politica, ma alla fine è stata l’esperienza di Todd a Capitol Hill a spuntarla. Dodd accetta così il posto che solo l’anno scorso aveva detto che non avrebbe mai accettato, quando, intervistato da una televisione, aveva detto che non avrebbe fatto lobbying.
Gli studios hanno fermata la loro scelta sull’ex senatore in ragione della sua perfetta conoscenza degli ingranaggi di Washington e del suo fornito carnet d’indirizzi. Poco importa che non conosca veramente nessuno dei dossier sensibili per il mondo cinematografico, quello che conta è l’entratura di Dodd nelle sale del potere. Il posto di capo della MPAA vuol dire in primo luogo convincere i politici di Washington a servire gli interessi degli industriali di Beverly Hills, e Dodd sembra avere l’esperienza per farlo.
Dei suoi 66 anni, Dodd ne ha passati più della meta nel parlamento americano, un luogo che conosceva bene fin da bambino: il padre Thomas J. era anch’egli parlamentare. La sua carriera non è stata esente da controversie: nel 2009, da presidente della Commissione del Senato sulle banche, ha permesso ad AIG, gigante delle assicurazioni tra i maggiori responsabili della crisi economica, di versare 165 milioni di dollari in bonus ai suoi agenti finanziari, e questo in un periodo in cui la compagnia stava ancora ricevendo il prestito del tesoro americano.
Nella fase finale della carriera parlamentare, Dodd ha concentrato l’attività legislativa sulla riforma sanitaria e su quella dei regolamenti finanziari. Ma, come osservano ad Hollywood, quello che conta non è la conoscenza della materia ma la capacità di far sentire a Washington la voce degli studios. «Non penso che abbia la stessa esperienza riguardo alla proprietà intellettuale e alla produzione cinematografica del presidente della Commissione Energia e Commercio – afferma un lobbysta che ha lavorato con gli studios – ma non è questo quello di cui hanno bisogno. Quello di cui hanno bisogno è un insider politico in grado di fare affari».
Dodd arriva in un momento particolarmente delicato per l’industria del cinema. In questi ultimi anni le abitudini degli spettatori sono radicalmente mutate, con l’impetuoso sviluppo delle visioni casalinghe e con la nascita di nuove forme di intrattenimento. Questo e lo sviluppo della pirateria multimediale hanno determinato imponenti cambiamenti nel mercato (si pensi al fallimento di Blockbuster). In questo difficile quadro, Chris Dodd ha oggi il compito di proteggere gli interessi di alcuni dei più grandi gruppi cinematografici.