Cina, il grande muro sotterraneo: un bunker per le armi nucleari

GEORGETOWN – In Cina c’è un grande muro sotterraneo, dove si nascondono le armi dell’esercito, in particolari quelle nucleari: è questo il risultato di uno studio eseguito in un’università americana.

Solo da pochi mesi le autorità militari cinesi hanno confermato l’esistenza del progetto. Nelle profondità della terra si cela una gigantesca città sotterranea, fatta di centinaia di migliaia di chilometri di cunicoli, anfratti, strade. Ad averli scavati è stato il secondo corpo di artiglieria dell’Esercito Popolare Cinese, una forza militare avvolta nel mistero, la cui principale missione è proteggere la forza balistica del paese. Il grande muro sotterraneo deve infatti servire, in caso di attacco esterno, a difendere i missili dell’esercito ed in primo luogo le sue armi nucleari.

Se il progetto era conosciuto dalla manciata di esperti che si occupano delle strategie militari cinesi, c’è voluto un pugno di studenti dell’Università di Georgetown per trasformare quest’informazione in un avvenimento mediatico-politico. La storia sembra quella di una sceneggiatura americana.

Una manciata di studenti di politica internazionale incontrano un professore, consulente della Difesa all’epoca della Guerra Fredda, che sceglie, come progetto collettivo del corso, lo studio di questo misterioso muro sotterraneo cinese. Comincia così l’avventura intellettuale, semi-spionistica, di un gruppo di giovani “nerd” che per mesi, riuniti spesso in una sorta di camera delle operazioni allestita a casa del professore, spulciano tutto quello che abbia una minima attinenza con la città sotterranea.

Non solo i documenti ufficiali, i dossier della Difesa, le notizie rilanciate dai giornali ufficiali ma anche tutti gli strumenti messi a disposizione dalla rete cinese, come blog di argomento militare, video dei luoghi interessati postati sull’equivalente di YouTube, le news delle reti locali e perfino una serie televisiva che descrive la vita del corpo militare di élite.

In una spirale di lavoro, passione e intrigo, gli studenti dell’università americana hanno infine insieme la più grande raccolta di dati esistente sull’argomento. Ed hanno elaborato qualche ipotesi, una delle quali particolarmente interessante. Secondo l’interpretazione dei dati, l’arsenale cinese sarebbe molto più vasto di quanto comunemente si pensi e Pechino disporrebbe di ben più delle quattrocento testate nucleari che da anni sono indicate dai servizi segreti di tutto il mondo come la cifra plausibile dell’arsenale atomico.

Molti analisti criticano però le interpretazioni del gruppo di Georgetown (costruire dei tunnel non vuol significare per forza nasconderci dei missili), come pure la selezione dei materiali, poco incline a soddisfare le esigenze del rigore, vista la presenza, tra l’altro, di una fiction tv.

Inoltre, la conclusione del rapporto, che nel frattempo è finito addirittura ai piani alti del Pentagono e di Washington, va nella direzione di un’escalation nella tensione nucleare, proprio quando si dovrebbe avviare un dialogo distensivo con la Cina, sulla scorta di quanto fatto con la Russia alla fine della Guerra Fredda. Come che sia, quello che è sicuro è che per quanto poco affidabili i risultati dei ragazzi di Georgetown, la potenza balistica cinese è un segreto che solo i cinesi conoscono.

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fmontorsi